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di Daniele Cibruscola TERNI – I Consiglieri Provinciali Forbicioni e Ricci della sinistra democratica, presentano un’interrogazione per chiedere alla Provincia di prendere posizione riguardo la manifestazione organizzata, sabato scorso ad Orvieto, dal movimento neo-fascista Forza Nuova . "Sdegno e dissenso – dice Forbicioni – per una manifestazione dai tratti esplicitamente riconducibili all’ideologia fascista, con slogan contro gli immigrati e le leggi dello Stato e con minacce al ministro Ferrero”. Gli slogan cui si riferisce il capogruppo della SD sono quelli tipici del gergo fascista: “Boia chi Molla; Dio, Patria e Famiglia; a mare tutti gli immigrati; fermiamo l'invasione; ecc...”. La manifestazione, che si è svolta nella tranquilla indignazione dei presenti, è stata organizzata quasi “a sorpresa” dagli esponenti del movimento, probabilmente per evitare una delle tante contro-manifestazioni (organizzate da settori della società civile che ripudiano certi nostalgici “valori”) che spesso, e fortunatamente, accompagnano quelle di Forza Nuova. Il tutto è avvenuto a seguito di due eventi già di per sé preoccupanti: l’apertura di una sede di FN a Baschi, e il passaggio di un consigliere di AN (Irma Trombetta Marzuolo in carica a Parrano–TR) al partito di Forza Nuova. “Si chiede – dicono Forbicioni e Ricci nell’interrogazione – se la Provincia di Terni non intenda esprimere in maniera formale il proprio dissenso e il proprio sdegno per questa iniziativa, se la manifestazione sia stata autorizzata e da quali istituzioni e se sia stata emessa ordinanza dal Comune di Orvieto per il blocco del traffico per l’accesso alla città da Via Garibaldi ed eventualmente con quale motivazione”. Ci si chiede, più in generale, se non andrebbe affrontata una volta per tutte la legittimità di movimenti come questo. In un territorio poi – quello Umbro e quello del Ternano in particolare – notoriamente antifascista e votato all’internazionalismo, la presenza di ideologie (e militanti) simili suonano come un campanello d’allarme che le istituzioni, ma anche i cittadini, dovrebbero guardarsi dal sottovalutare. Condividi