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TERNI - E' condensata in sette pagine la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore di Terni Barbara Mazzullo per don Pierino Gelmini, accusato di violenza sessuale nei confronti di dieci ex ospiti della Comunità Incontro. Con lo stesso atto il pm chiede che vengano processati due collaboratori del sacerdote, Pierluigi La Rocca e Giampaolo Nicolasi, e la madre di uno dei suoi accusatori, Patrizia Guarino, per avere aiutato il sacerdote a eludere l'indagine nei suoi confronti. Nell'atto depositato ieri alla cancelleria del gip, il magistrato ha indicato i capi d'imputazione nei confronti dei quattro indagati. Come fonti di prova nella richiesta di rinvio a giudizio vengono citate le dichiarazioni rese dagli ospiti della Comunità che avrebbero subito le violenze, le testimonianze di diverse persone sentite dalla squadra mobile di Terni e le intercettazioni eseguite nel corso dell'inchiesta. I fatti contestati a don Gelmini vanno dal 1997 all'ottobre scorso. In particolare, per quanto riguarda il decimo giovane che - secondo l'accusa - avrebbe subito le molestie dal sacerdote, il pm sostiene che anche queste sono avvenute all'interno della Comunità fino al settembre 2007. Nel capo d'imputazione si sostiene che il fondatore della struttura sarebbe ricorso alla “minaccia implicita di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti” inducendo così l'ospite della Comunità “a soddisfare le sue richieste sessuali”. Condividi