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PERUGIA – L’accesso alle fonti idriche, la mancanza e la sicurezza dell’acqua come fattori di benessere per l’uomo, soprattutto in Africa e nei paesi più poveri o in via di sviluppo, sono tra le questioni primarie dell’agenda politica internazionale. Di questo si è parlato durante “Umbria e Africa - Water, Sanitation and Human Wellbeing”, la tavola rotonda organizzata da Regione Umbria, “Unesco” (Italian IHP National Committee), “Warredoc” (Water Resources Research and Documentation Centre) dell’Università per Stranieri e Autorità d’Ambito territoriale n.1 dell’Umbria, che si è tenuta stamani a Perugia nel Salone d’Onore di Palazzo Donini. L’incontro, realizzato in occasione dell’annuale celebrazione della “Giornata mondiale dell’acqua” (istituita nel ’92 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sull’emergenza-acqua il mondo della politica, operatori e singoli cittadini) ha visto la partecipazione di rappresentanti diplomatici in Italia dei Paesi africani membri del Consiglio esecutivo dei ministeri per l’Acqua (“Amcow”), tra cui gli ambasciatori Charles Agyei-Amoama per il Ghana, Rabe Assan Ahmed per il Sudan, Leopold Ndayisaba per il Burundi, e i consiglieri dell’ambasciata d’Algeria, Kerum, e del Senegal, Adama Ba. “Quello di oggi non è un evento isolato, ma la logica prosecuzione dell’attività della Regione nel promuovere la tutela di una ricchezza indispensabile e preziosa. L’acqua – ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Umbria - è elemento fondamentale per uno sviluppo sostenibile e per la crescita dei popoli. Non a caso l’Umbria – ha aggiunto - ha svolto un ruolo decisivo per l’insediamento a Perugia del “Wwap”, l’organismo delle Nazioni Unite che ha il compito di monitorare l’acqua a livello mondiale”. Durante la tavola rotonda (a conferma dell’accordo tra i capi di Stato e di Governo africani, sottoscritto con la Dichiarazione di Sirte del 2004), grande risalto è stato dato alle questioni legate alla sicurezza idrica in Africa, intesa come “capacità di dare un sufficiente quantitativo d’acqua ‘di qualità’ per tutti i tipi di servizi”: da quelli igienico-sanitari a quelli relativi alla potabilità, dalla produzione alimentare e dell’energia all’industria. “Tutto ciò – è stato detto - è testimoniato dai grandi investimenti fatti in infrastrutture per la raccolta d’acqua, per impianti di irrigazione e per centrali idroelettriche”. Come hanno ricordato i vari relatori, oggi in Africa, circa 300 milioni di persone non hanno un adeguato approvvigionamento idrico e oltre 400 milioni non hanno accesso a servizi igienici. Tra il 1990 e il 2004 – è stato spiegato - molte cose sono state comunque realizzate, in particolare nei territori rurali sub-sahariani, dove 62 milioni di persone hanno avuto sufficienti rifornimenti d’acqua. Nello stesso periodo, pur con un calo del 2% rispetto alle rilevazioni precedenti, più di 95 milioni di persone hanno avuto accesso alla fornitura d’acqua nelle aree urbane. L’Africa sub-sahariana ha inoltre avuto un aumento del 5% di servizi igienico-sanitari a favore di altre 107 milioni di persone, la maggior parte delle quali residenti nelle aree urbane. A chiusura dell’incontro, è stato annunciato che dal 26 al 28 marzo si terrà a Tunisi la prima “Settimana dell’acqua” in Africa, organizzata dal Consiglio esecutivo dell’AMCOW e dalla Banca Africana per lo Sviluppo. Condividi