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Ero incerto se scrivere questo articolo per Liberazione o inviare un esposto dello stesso contenuto al giurì contro le pubblicità ingannevoli. Si tratta di denunciare, infatti, uno dei più clamorosi inganni della campagna elettorale: la proposta, propagandata da Veltroni nei talk show televisivi e nei telegiornali di provata fede (cioè quasi tutti) di una legge che stabilisca un salario minimo garantito di mille euro per i precari. A sinistra i commenti sono stati diversi: "costerebbe troppo"; ovvero "e perché ai precari sì e agli altri no"; o ancora, "troppo bello per essere vero". In realtà, basta leggere il programma del PD, e i chiarimenti che il suo estensore Enrico Morando ha fornito ai selezionati lettori delle pagine economiche del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore , per capire perché parlo di pubblicità ingannevole, che per i detersivi sarebbe vietata dalla legge. E valga il vero, come dicono gli avvocati. Nel programma del PD (che, come si vede, non va stracciato ma letto con attenzione) la proposta è la seguente: "sperimentazione di un compenso minimo legale fissato in via tripartita (parti sociali e governo) per i collaboratori economicamente dipendenti (con l'obiettivo di raggiungere 1000/1100 euro netti mensili)". Come si vede: devono essere d'accordo i padroni (pardon, gli imprenditori); la cifra propagandata da Veltroni è solo "l'obiettivo" che, se Colaninno e Calearo saranno d'accordo, forse si potrà raggiungere; non si parla di salario, ma di "compenso"; in quarto luogo, tutto ciò è previsto per "i collaboratori economicamente dipendenti". Sono andato a rileggere la legge 30, ma tra le quarantasette figure contrattuali precarie in essa previste, questa non compare proprio. Al preoccupatissimo Francesco Gavazzi, fornisce spiegazioni esaurienti Enrico Morando. Nulla, nel programma del Pd, è scritto a caso. Morando chiarisce ( Corriere della Sera del 6 marzo) che non si parla di salario ma di compenso proprio perché non ci si riferisce al lavoro precario ma, appunto, a questi misteriosi collaboratori economicamente dipendenti (cioè a nessuno o quasi) e che la misura mensile va articolata per giornata/ora. Lo sbalordito Francesco Giavazzi non può che domandarsi nella sua replica: "Davvero il Pd propone 1.000 euro al mese senza neppure l'indicazione delle ore di lavoro cui esso farà riferimento? ". Veltroni parla di salario; Morando ha corretto in compenso. Chi lavora sa bene quanto è diverso andare a fare la spesa con in tasca un salario - che arriva uguale tutti i mesi - o un compenso - che arriva quando vogliono (i padroni) e quando e quanto riesce (a lavorare). Veltroni parla di precari, Morando ha spiegato che ai contratti a termine, agli interinali, ai part time fasulli, al lavoro intermittente, insomma ai milioni di precari in carne e ossa, la proposta nemmeno si applica. Le bufale di Veltroni hanno le gambe corte ma bisogna denunciarle. Che si sfrutti a fini elettoralistici la disperazione dei giovani, urlando nei comizi, caro Walter, ci addolora. Il precariato, la vita da co.co.pro, il lavoro nero mascherato, il falso lavoro autonomo, le esternalizzazioni che sanno di truffa, fatte solo per pagare meno, anche i contratti a tempo determinato senza fine, da un'azienda all'altra, sono la morsa che ha intrappolato una generazione di giovani che si vedono scorrere davanti gli anni senza prospettive certe: è questo a cui dobbiamo rispondere, questo a cui dobbiamo trovare soluzione. Diffondiamo le proposte della Sinistra l'Arcobaleno per cambiare la legislazione del lavoro, che oltretutto sono a costo zero, non hanno bisogno di copertura finanziaria ma solo della volontà politica di battersi per i diritti dei più deboli. Condividi