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di Nicola Bossi Per evitare trappole o qualche contraddizione involontaria, Patrick Lumumba ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere al Pm Giuliano Mignini nel corso dell'interrogatorio di questa mattina che fa parte dell'inchiesta sull'omicidio di Meredith. Un atteggiamento non ostile ma di ulteriore tutela dopo che dalla sua parte Patrick ha portato 18 testimoni per dimostrare che si trovava il 1 novembre nel suo pub fino a tarda notte. Inoltre, sempre secondo la difesa, non ci sono prove del suo passaggio nella casa degli orrori. “Abbiamo chiarito tutto nella richiesta di scarcerazione e con i numerosi testimoni che hanno dimostrato l'estraneità di Patrick”: questo è stato il commento dell'avvocato Carlo Paci. Lumumba, all'uscita dal Palazzo di Giustizia, ha dimostrato di aver raccolto quelle scuse di Amanda, la ragazza americana che lo aveva accusato di aver ucciso la coinquilina inglese, che gli aveva rivolto nell'ultimo interrogatorio. “Dio mi ha salvato da questo inferno e quindi perdono tutti. E sono ancora fiducioso nella magistratura perugina”. Ieri sera Lumumba, di nuovo ospite di Porta a Porta, ha detto di essere stato contattato da alcuni emissari dell'agenzia Corona per fare un disco afro-cronaca-nera. Ma ancora non ci sono elementi seri su cui poter avviare una eventuale collaborazione. Il Pm Giuliano Mignini prima di scrivere la parola fine sull'indagato Lumumba vuole ascoltare l'altro africano coinvolto in questa storia: Rudi Guede che sarà estradato giovedì prossimo dalla Germania. Rudy si è detto innocente ma in grado di riconoscere chi ha ucciso Meredith. Condividi