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di E.P. PERUGIA - Il dibattito del Consiglio aperto sulle politiche comunali in favore dei consumatori non è arrivato alla conclusione, non nel senso che non si è raggiunta una sintesi accettabile di quanto era stato detto, ma per il semplice fatto che le cose che ci sono ancora da dire sono tante per cui, arrivati ormai ad ora tarda, le diverse parti convenute si sono trovate d’accordo sulla necessità di riconvocarsi per il prossimo 12 dicembre, quando è prevedibile che le schermaglie, delle quali oggi se ne sono avvertiti i primi cenni, riprenderanno ancora più fitte attorno agli ordini del giorno che in parte sono già stati presentati. Quanto ad oggi, va detto che sulla giunta comunale perugina, che con il passare delle ore ha dato sempre più evidenti segni di nervosismo, si è abbattuta una vera e propria bufera. Accusati impietosamente di non avere una precisa strategia di governo e di voler dettare le linee dello sviluppo della città eludendo qualsiasi forma di partecipazione, i rappresentanti dell’esecutivo, assente il sindaco Locchi per importanti e non rinviabili impegni romani, si sono sentiti rimproverare di tutto e di più: anche di essersi fatti prendere la mano da una elitè dirigenziale che, alla barba delle sfasature evidenziate da una macchina comunale (il buco di bilancio ne costituisce l’aspetto più eclatante) che per ciò che guadagnano dovrebbe governare alla perfezione, non rinuncia ad assegnarsi aumenti di stipendio ed a spartirsi lauti premi di produttività. Ed invece, per ripianare il buco di bilancio si sono alienati pezzi prezioso del patrimonio pubblico e costretti i cittadini a stringere la cinghia, tartassandoli con aumenti tariffari e contributivi di ogni genere, per avere in cambio servizi il più delle volte carenti e non all’altezza delle loro aspettative. Senza parlare poi della trappola del T-red, che in molti sospettano sia stata studiata appositamente per fare cassa, nella quale sono caduti migliaia di automobilisti. Ma non è tutto qui, perché l’elenco delle lamentazioni che le sette associazioni di consumatori che si sono coalizzate per richiedere, ed ottenere, questo confronto, è quanto mai fitto e, allungato con le proposte suggerite per assicurare un immediato cambio di passo all’ente, riempie ben 17 pagine. Lamentazioni e proposte in alcuni casi sviluppate in maniera autonoma, ma che per la più parte sono state raccolte nel corso della decina di assemblee popolali che Acu, Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Lega Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino hanno tenuto qua e la sul territorio comunale. Su questo malloppo la Giunta perugina avrà agio di riflettere fino al 12 dicembre prossimo, quando sarà chiamata a sostenere una sorta di esame di riparazione che tutti ci auguriamo riesca a passare almeno con la sufficienza. Condividi