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“Maggior coinvolgimento dei lavoratori per sostenere gli obiettivi che rappresentavano l’asse portante nel Patto per lo Sviluppo, del quale non se ne intravede ancora una realizzazione”: ad affermarlo è stato il segretario regionale generale Cisl Pierluigi Bruschi, nel corso del primo esecutivo tenutosi dopo l’assemblea organizzativa regionale. “Lo stesso documento annuale di programmazione, attualmente in discussione- ha poi precisato- se pur condivisibile sulla proposta di manovra finanziaria e fiscale, non contiene un segnale forte, tale da far sperare che le riforme, decisive per l’Umbria, possano questa volta partire”. Molteplici le priorità espresse nel corso dell’esecutivo ed enucleate nel documento conclusivo che impegna la segreteria e tutte le strutture ad una forte iniziativa politica-sindacale. Tra queste si ribadisce l’urgenza di realizzare un patto di stabilità fiscale e tariffario con tutta la rete dei governi locali, rafforzando il sistema di concertazione nelle definizione delle politiche di bilancio, stabilizzando la pressione fiscale e tariffaria locale e favorendo scelte di riduzione dell’impatto fiscale e tariffario per le fasce più deboli. Bruschi ha anche sostenuto che “è necessario rilanciare le politiche per lo sviluppo attraverso strategie adeguate di politica industriale e di filiera su turismo, ambiente, cultura per far decollare il cosiddetto secondo motore dell’economia in Umbria. Si tratta –ha aggiunto- di definire e realizzare i progetti caratterizzanti per ridare centralità ai temi della crescita e alla qualità dell’economia e delle imprese in Umbria”. Gli obiettivi enucleati hanno posto a premessa la costituzione di un modello di relazioni sindacali e di contrattazione di secondo livello di stampo partecipativo, capace cioè di ricercare scambi virtuosi e reciprocamente convenienti in tema di organizzazione del lavoro, orari ed evoluzioni professionali, salute, sicurezza sul lavoro e salario legato a indicatori di risultato. Riguardo ai giovani, il segretario regionale generale non ha perso l'occasione per attestare l’urgenza di “azioni concrete per le politiche attive del lavoro attraverso anche, e soprattutto, un piano per l’occupazione dei giovani scolarizzati”. Condividi