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Per il leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti "c'è una cultura di fondo, una grande onda che la sinistra dovrebbe riuscire a spezzare. E che vedo in un'operazione massmediatica costruita con grande potenza di mezzi. Chiunque guardi con animo sgombro da pregiudizi un telegiornale o un grande quotidiano vede che è come se la competizione fosse a due. A due più delle frattaglie. Così si produce volutamente un effetto distorcente sulla campagna elettorale". In un'intervista a l'Unità, il presidente della Camera spiega che la lotta di classe esiste ancora e che il liberismo si combatte "modificando i rapporti sociali, esattamente come accadde negli anni 70" quando "proprio il paradigma dello sfruttamento è stato messo in discussione non da questa o da quella teoria ma dalla pratica sociale". Bertinotti parla poi del governo Prodi e ammette: "me lo aspettavo più interventista. Non lo è stato per le sinistre divise all'interno del governo, per il ricatto delle forze moderate e anche per un pilotaggio del governo tutto indirizzato all'accordo tra le parti sociali". Quanto al futuro, il leader della Sinistra Arcobaleno osserva che "Noi pensiamo che staremo all'opposizione, ma ci sono molti modi di starci. Ne riparleremo dopo il voto, la destra può perdere" ma comunque "la storia del dopoguerra in Italia è la storia dell'influenza dei partiti di sinistra all'opposizione. Hanno ottenuto molto di più che non stando al governo. Penso allo statuto dei diritti dei lavoratori, alla riforma sanitaria, alla chiusura dei manicomi, alla riforma pensionistica, all'aborto, al divorzio". Condividi