E' uno strano paese il nostro. Un giorno sì e l'altro pure si parla di dare più spazio alle donne nelle istituzioni, nel mondo del lavoro e della politica. Parità di diritti. Ormai lo dice la destra quanto la sinistra. Venerdì nel documento di previsione finanziaria abbiamo scoperto piacevolmente che dopo tre decenni infami, l'occupazione femminile in Umbria è incominciata a salire: più mille posti di lavoro in meno di sette mesi dall'inizio del 2007. Insomma parole e dati confortanti. Poi basta una sentenza della corte di cassazione - sì quelli con gli ermellini, quasi tutti uomini dove il giudizio è tutto - per scoprire che noi uomini siamo stati veramente fortunati a nascere uomini. La Cassazione ha respinto il ricorso di un giovane avvocato donna di Perugia che aveva chiesto giustizia perchè il tribunale di Milano non gli aveva accettato la giustificazione di dover allattare la propria figlia di 3 mesi ai fini di una richiesta di rinvio di un procedimento in cui era coinvolta la donna-avvocato. "Non puo' essere riconosciuto il legittimo impedimento a comparire in udienza poiche' non si possono mantenere impegni, come quelli della maternita', a scapito delle esigenze di giustizia": questa la prima spiegazione del Tribunale di Milano. Insomma se fai la mamma non puoi fare l'avvocato. O per lo meno ti organizzi prendendo una balia che possa allattare. Incredibile. Ma quello che fa più arrabbiare di questa storia è che la Cassazione ha considerato queste frasi quasi sacrosante. Insomma per le donne il diritto alla maternità e al lavoro è ancora oggi messi in discussione. Condividi