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di Luca Spaccini Già non è piacevole pagare tasse e balzelli, ma quando poi, come nel caso della Tia, viene applicata all’importo della cartella anche l’Iva, e in maniera non del tutto chiara, la cosa diviene intollerabile. Basta dare un’occhiata alla cartella di pagamento che ci viene inviata dalla Gesenu e ci si rende conto che ci sono ben due voci di imposta, per un totale del 15% di aggravio dell’importo dovuto; una è l’Iva (10%), l’altro è un tributo provinciale (5%) introdotto addirittura nel ’93. Nel 2006 ci fu la trasformazione da “tassa” a “tariffa” di igiene ambientale e in quell’occasione venne applicato anche il 10% di imposta sul valore aggiunto. Il fatto è che, dopo alcuni ricorsi, la sentenza della Cassazione n°17526 del 2007 e le varie sentenze delle Commissioni Tributarie di Venezia, Treviso e anche Perugia hanno stabilito che tale aggravio non è applicabile alla Tia in quanto quest’ultima è a tutti gli effetti un tributo e non un “corrispettivo”. Oltretutto anche il famoso tributo provinciale non ha più ragione d’esistere con l’applicazione , dal 2006, del nuovo codice dell’ambiente. O meglio, visto che dal febbraio 2008, un decreto del Ministero dell’Ambiente lo reinserisce, non doveva essere pagato per gli anni 2006 e 2007. Numerosi cittadini stanno inoltrando un interpello all’Ufficio Agenzia delle entrate dell’Umbria per richiedere il rimborso dell’Iva indebitamente percepita negli anni passati e per vedere sancita l’inapplicabilità di tale imposta sulle somme riscosse a titolo di Tariffa di Igiene Ambientale. Rivogliamo i nostri soldi, vogliamo tornare a pagare tasse giuste per avere servizi adeguati. Condividi