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di Rosso Disera… La mina vagante del precariato colpisce ancora: la sorpresa nell’uovo di Pasqua per 24 dipendenti del Comitato Provinciale della Croce Rossa di Perugia è la quasi certezza di perdere il posto di lavoro precario presso la ASL 2 di Perugia entro fine marzo. Una delegazione di quattro persone ha affidato ieri, durante la seduta del Consiglio Comunale del capoluogo umbro, le loro ultime speranze nelle mani del Presidente Roberto Ciccone, sotto forma di un documento nel quale chiedono “il sostegno di tutte le forze politiche presenti in Consiglio al fine di intraprendere ogni azione ritenuta opportuna allo scopo di salvaguardare 24 posti di lavoro”. Un appello di 24 dipendenti precari del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana di Perugia per denunciare “la pesante situazione occupazionale che verrà a determinarsi dopo il 30 marzo 2008, a seguito della disdetta della convenzione tra ASL 2 e la CRI per il trasporto dei pazienti dializzali e disabili”. Un appello scritto che Ciccone ha subito fatto distribuire ai 41 Consiglieri Comunali ed affidato al Presidente della III Commissione consiliare permanente (cultura, sanità e problemi sociali), Carlo Fabbri, per occuparsi del caso. L’appello disperato di 24 operatori altamente qualificati, provenenti da anni di esperienza nel volontariato, abilitati ai propri compiti, che hanno conseguito attestati e sviluppato una elevata capacità specializzata non solo sulla carta ma “sul campo”, a diretto contatto con malati tra i più deboli e vulnerabili: emodializzati, bambini ed adulti disabili e con handicap, bambini affetti da epilessia. “Durante il trasporto di questo tipo di malati – spiegano - possono sorgere eventi imprevisti, problemi ed emergenze che possono anche costare la vita a chi soffre di patologie così particolari”. Ma in questi casi loro non si perdono d’animo: conoscono le tecniche di primo soccorso e sanno praticare la rianimazione cardio-polmonare ed applicare il defibrillatore. Hanno infatti seguito corsi professionali ad hoc e, soprattutto, hanno a cuore il benessere sia fisico che psicologico dei malati. E’ per questo che, insieme alla preoccupazione per la perdita del lavoro e per le loro 24 famiglie, temono anche per “l’inevitabile scadimento della qualità offerta”ai malati, conseguente al fatto che la ASL 2 ha bandito una gara per l’affidamento del servizio “che non prevede alcuna qualifica professionale”. Una critica forte e motivata nei confronti della ASL 2 e della sua scelta, definita “discutibile e superficiale, dettata soltanto da logiche economiche e di convenienza politica” che, sottolineano, “mal si concilia con la delicatezza e la peculiarità di servizi rivolti alle persone più deboli e vulnerabili”. La Croce Rossa Italiana da decenni garantisce alla collettività servizi ineccepibili ma anche una particolare sensibilità che può appartenere solo a chi ha iniziato a dedicarsi agli altri non per lavoro ma per passione e forte senso di umanità. Quando si opera in una simile struttura si parla dei malati con lo stesso linguaggio con cui ne parlano questi lavoratori precari. Giovani e meno giovani donne e uomini che spiegano con calore: “un bambino disabile o con handicap abituato a vedere le stesse persone può subire un trauma o avere una crisi (è il caso dell’epilessia) o diventare aggressivo se perde la sicurezza acquisita nel tempo grazie alla presenza costante di persone note e che sanno come interagire con lui durante il trasporto”. Eppure hanno anche molti altri gravi problemi cui pensare: perdere il lavoro in un periodo di crisi come questo, senza prospettive concrete e a breve termine di stabilizzazione ,dopo anni di precariato, può costare molto caro alle loro famiglie, non solo economicamente ma anche psicologicamente. Il dramma del lavoro precario non è fantascienza, appartiene alla vita di tutti i giorni, in una società disgregata, cinica ed ostile a sé stessa, dove i diritti del lavori sono calpestati tranquillamente e dove ormai i nodi stanno venendo, tutti e troppo insieme, al pettine. Condividi