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PERUGIA - Maggiori dettagli sono stati resi noti riguardo all’operazione condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Assisi, nel quadro dell’avviata strategia d’incremento qualitativo e quantitativo dei controlli finalizzati al contrasto delle varie tipologie di “sommerso di lavoro e di azienda”, che ha sottoposto a verifica fiscale una società di Bastia Umbra (PG) esercente l’attività di commercio. Le operazioni ispettive, condotte a cavallo tra il 2007 e l’anno in corso, hanno consentito di rilevare che l’impresa si è avvalsa della collaborazione di 111 lavoratori “in nero” ed 1 “irregolare nel 2006 e di 129 lavoratori ”in nero” nel 2007. Poiché alcuni lavoratori impiegati nell’anno 2006 sono stati richiamati anche nell’anno 2007, le persone effettivamente impiegate in nero sono risultate complessivamente 202 per i due periodi considerati. Per la particolare tipologia di attività svolta, la maggior parte del lavoro dell’azienda controllata si concentra nell’ultimo trimestre dell’anno, ed è pertanto limitatamente a quel periodo che l’azienda reclutava la maggior parte della forza lavoro necessaria. Le “assunzioni” avvenivano sulla base di un semplice colloquio e solo in taluni casi, soprattutto nel 2007, sono state formalizzate attraverso la stipula di contratti di lavoro occasionale, i quali però non venivano poi comunicati ad alcun ufficio competente, né i lavoratori venivano iscritti nei libri obbligatori. Alla fine dei due anni considerati, soltanto 43 lavoratori erano stati messi in regola con contratti a termine e soltanto per loro sono stati osservati gli obblighi fiscali e contributivi. Di tutti gli altri invece, soprattutto quelli utilizzati nell’anno precedente, non c’era più traccia nella contabilità ufficiale. L’acquisizione di materiale probatorio nella fase preliminare dell’intervento, unitamente a tutta una serie di approfondimenti, riscontri e controlli incrociati effettuati sul territorio, ha permesso di ricostruire in modo puntuale e corretto le irregolarità poste in essere. I lavoratori identificati sono risultati essere per il 30% di provenienza estera, con prevalenza dal Sud America (Brasile e Argentina), ma anche da Marocco, Tunisia, Albania, Romania, Repubblica Slovacca, Repubblica Moldova, Russia, Polonia e Svizzera. La verifica ha permesso di constatare l’omessa esecuzione e versamento della ritenuta alla fonte su retribuzioni corrisposte per complessivi 123.000 €. nel 2007 e circa 108.000 € nel 2006. Il puntuale intervento ispettivo ha fatto sì che per gli esercizi finanziari 2006 - 2007 l’impresa, seppure in ritardo (febbraio 2008), ha versato tutte le ritenute fiscali riferite alla totalità dei lavoratori impiegati e comunque avrà l’obbligo di dichiarare tutti i ricavi puntualmente annotati nel libro giornale, ammontanti a circa 4,5 milioni di Euro. Le violazioni in materia di lavoro sono state segnalate all’Ispettorato del Lavoro, all’INPS e all’INAIL ai fini della regolarizzazione della posizione dei lavoratori e per l’applicazione delle previste sanzioni, costituite da una sanzione amministrativa compresa tra 1.500 e 12.000 Euro per ciascun lavoratore in nero (c.d. maxi-sanzione), maggiorata di 150 Euro per ogni giornata di lavoro effettivo. Condividi