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di Nicola Bossi "I comunisti non mangiano più i bambini, ma i rospi": lo ha scritto neanche tanto scherzando Francesco Mandarini, opinionista del Corriere dell'Umbria e soprattutto ex grande cavallo di razza della sinistra di governo degli anni 70-80-90. Il riferimento di Mandarini ha la vignetta di Vaura, dopo la porcata sul Welfare del primo ministro Prodi, è certamente voluto. Ma nell'editoriale di Mandarini ci sono altri spunti da leggere e che fanno riflettere tutto il popolo del sinistra. Il primo spunto riguarda il ruolo della Sinistra nei confronti di questo Governo Prodi sempre più liberista e confindustriale: "Per la sinistra le cose si mettono male e la discussione nel significato dello stare al Governo è esplosa dentro i partiti. Tra l'incudine del sostenere Prodi, senza che il programma vengua attuato, e il rischio di un governo istituzionale che emargini ancora di più le istanze del lavoro, la scelta è drammaticamente fuori". Insomma, meglio tornare in piazza consapevoli che poi imporre le proprie ricette sul lavoro sarà quasi impossibile. Oppure ingoiare qualche rospo per ottenere piccoli passa avanti per i lavoratori, le famiglie, le fasce deboli e l'ambiente?. Mandarini però una strada per farsi forte e far forte, per quello che sarà possibile, La Sinistra l'ha individuata: "Ci vorrebbe il coraggio di riaggregare ciò che oggi è diviso da sigle, orticelli, e generali senza truppe. Il prossimo fine settimana a Roma, si riuniranno tutte le sigle della sinistra e dell'ambientalismo per discutere il futuro di una Sinistra incapace di riunire tutte le anime". Insomma Mandarini negli stati generali vede una strada verso una salvezza. Una salvezza che come testimoniato dallo scorso 20 ottobre - la grande manifestazione di piazza della Sinistra - si regge su una grande volontà popolare che lottà contro il precariato. Un popolo numeroso che non si è rassegnato ad una vita da schiavi a gettoni. Condividi