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di Isabella Rossi Tamara Farnetani ha sempre avuto un sogno: l’India. Come capita spesso con l’India, anche lei sin da bambina era attratta da quella terra lontana, senza sapere bene il perchè. Di genitori italiani Tamara è cresciuta a Monaco di Baviera, per poi trasferirsi a 17 anni a Perugia dove ha vissuto per diversi anni e dove vive ora. Un’altra passione di Tamara era la fotografia, che l’ha portata a frequentare il Kingsway College di Londra, l’unico che offriva un corso di laurea in fotografia. Una volta laureata, e con in tasca una solida formazione, Tamara ha potuto unire le due passioni: l’India e la fotografia. Da allora ben sette viaggi l’hanno portata in India per quella che Tamara definisce “una ricerca del sacro”, la ricerca di “quella serenità che aiuta a superare il dolore così come fanno le donne di Vrindavan”. Le donne di Vrindvan non sono solo vedove ma madri che non devono o non vogliono pesare sul bilancio familiare del figlio. Infatti, l’allontanamento dal nucleo familiare di appartenenza, che alla morte del marito coincide tradizionalmente con quello del figlio maschio, spesso non è una scelta. “Percepiscono addirittura una piccola rendita dallo Stato, sufficiente tuttavia a pagare solo l’affitto dei locali in cui vivono” afferma Tamara. La maggioranza delle donne di Vrindavan non sa né leggere, né scrivere, né conosce alternative di vita a quella che è stata loro assegnata. Tuttavia i suggestivi ritratti di Tamara non mostrano disperazione, né rassegnazione. Negli occhi delle madri di Vrindavan spesso s’incontra, invece, la consapevolezza di una dignità superiore alla miseria, all’abbandono, alla durezza di una vita vissuta non per sé ma a servire i padri e i mariti e a partorire figli. “In India circa il 98% dei matrimoni sono combinati e la donna appartiene normalmente ad una famiglia dato che è inconcepibile che viva sola” rivela Tamara. Pardossalmente le donne di Vrindavan, che salmodiano tutto il giorno, vivendo di poco riso, o chapati con verdure e che guadagnano alcune rupie cantando all’Ashram, vivono per sé, come se la loro esistenza strumentale avesse già esaurito il suo corso. L’India, del resto è una terra in cui convivono realtà antitetiche, progresso tecnologico e una civiltà suddivisa in caste, Sonia Ghandi e le donne di Vrindravan. Sembra che in India possa esistere tutto e il contrario di tutto, secondo una logica che spesso sfugge al pensiero occidentale, ma che certamente è causa della forte attrazione che da sempre ci spinge ad esplorare l’India. Condividi