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Dopo il barbaro omicidio della giovane Meredith Kercher Perugia - la sua storia, il modello delle sue relazioni sociali, il rapporto tra studenti e perugini - è messa sotto accusa, denigrata e falsamente rappresentata da una martellante campagna massmediatica. Telegiornali, intere trasmissioni sulle reti nazionali di tutte le catene televisive, inviati speciali della grande carta stampata trasmettono un’immagine di Perugia falsa e del tutto fuorviante. La città viene rappresentata in modo caricaturale, superficiale e pregiudiziale, con uno spiegamento di inviati speciali e di mezzi che sarebbero stati utili anche per indagare e informare sulle reali cause della improvvisa morte di Aldo Bianzino, arrestato perché accusato di aver coltivato alcune piante di marijuana e morto nel carcere di Capanne in circostante molto sospette. Articoli dei grandi giornali, servizi nei telegiornali, intere trasmissioni televisive tendono a dare una rapprsentazione della città occupata da migliaia di studenti che spendono il tempo a ubriacarsi, a drogarsi a fare orge sfrenate, in una situazione in cui dilaga illegalità e perversione. Perugia non è Sodoma né Gomorra. Perugia è bellissima, carica di storia, cultura e arte, sede di due università qualificate e cosmopolite, laica, libertaria e tollerante. È la sede della prima università per stranieri d’Italia, una istituzione che ha contribuito in maniera determinante a definire la città conferendole un respiro internazionale e che ha formato parti delle classi dirigenti di tanti paesi dei cinque continenti, che tanto ha dato e tanto ha ricevuto da questi studenti. Perugia soffre una situazione simile a tutte quelle città di piccole e medie dimensioni che in questi anni hanno visto crescere la popolazione universitaria dopo l’istituzione delle lauree brevi. A Perugia i residenti del centro storico si sono trasferiti in periferia, il sistema economico, quello del commercio e quello edilizio e residenziale sono stati ristrutturati per il mercato degli studenti; allo stesso tempo si è sviluppato il settore del tempo libero, con quaranta locali notturni, pizzerie, birrerie, fast food, pub. Nel tempo, ma con evidenti accelerazioni in questi ultimi anni, si sono andate a definire vere e proprie “città nelle città”, ad orientamento giovanile ed universitario, senza radici locali, senza vincolo sociale e comunitario, dense di relazioni sociali ma temporanee e senza impegno. Circa 10-13 mila studenti “fuori sede” delle due università sono una grande opportunità per Perugia, una schiera di studenti che oltre a studiare, sostenere esami, rispondere agli impegni universitari, vivono come tutti i ragazzi, come tutti gli studenti che hanno frequentato l’ateneo perugino, godono delle libertà che gli consente il loro status di fuori sede, lontano dalle famiglie di origine. Certo, si può obiettare che in piazza IV Novembre alcune centinaia di ragazzi, ogni sera e fino a notte inoltrata, vivono una situazione particolare, con pochi limiti. Ma il problema principale non è di ordine pubblico, semmai ogni mattina è di pulizia della piazza. Il punto vero è che tra le due città, quella dei residenti e quella degli studenti, si sono spezzati i legami, si sono interrotti i canali di comunicazione, sono scomparsi gli spazi comuni, è svanita la convinzione di sentirsi cittadini della medesima municipalità. Qui occorre intervenire, pensare e ripensare, sperimentare una nuova urbanistica, nuove residenzialità, un nuovo intreccio di relazioni tra perugini e studenti. Perugia vive, anche pesantemente, contraddizioni economiche e sociali, urbanistiche e di modello di sviluppo, una percezione da parte dei cittadini della sicurezza bassa, una oggettiva difficoltà a sviluppare innovative ed efficaci politiche di inclusione sociale, una quantità di morti per overdose preoccupante, e pure tassi di precarietà del lavoro elevati ed evidenti difficoltà complessive della Giunta comunale guidata dal sindaco Locchi. Tutte questioni su cui Rifondazione comunista di Perugia ha svolto in questi ultimi mesi un ruolo chiaro di critica, stimolo e proposta, che è sfociato in questi giorni nella richiesta al sindaco, da parte dei gruppi della sinistra a Palazzo dei Priori, di avvio di un percorso di verifica programmatico per la fine della legislatura. Se l’immagine di Perugia proposta dai mezzi di informazione in questi giorni è falsa, non possiamo però nasconderci le difficoltà che attraversano la città, il bisogno di un nuovo progetto per definire una nuova idea di città. *Segretario regionale Prc-Umbria Condividi