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CITTA' DI CASTELLO - Una spaccato delle dinamiche nazionali oggi alla Sala degli specchi di Palazzo Bufalini di Città di Castello, per la presentazione del libro di Bruno Tabacci “Intervista su affari e politica”. L’iniziativa coordinata da Roberto Segatori ha visto la partecipazione del sindaco Fernanda Cecchini, del sottosegretario al Commercio estero Mauro Agostini, di Giuseppe Fornasari, vicepresidente Banca dell’Etruria e del Lazio e del politologo Alessandro Campi. “È stata un’occasione utile”, ha commentato il sindaco Cecchini , “per approfondire uno dei temi di maggiore attualità, il rapporto tra politica ed affari. In uno stato la politica deve normare e regolare i rapporti con i protagonisti e le dinamiche economiche perché prevalga l’interesse generale nelle scelte strategiche per il Paese. Alla presenza di relatori qualificati, oggi è stato dato un contributo importante per capire quali siano le possibili soluzioni alla congiuntura delicata ed a tratti buia che l’Italia sta attraversando”. “Non è possibile fare un paragone tra l’intreccio attuale e Tangentopoli”, ha dichiarato a sua volta Bruno Tabacci, spiegando che “nel 1992 lo Stato era imprenditore mentre ora i privati sono subentrati ai vecchi monopoli, ma si comportano come se fossero un soggetto pubblico”. “Perché” si è chiesto Tabacci “un banchiere può attendere sei mesi prima di nominare i vertici di un’azienda come Telecom?”. Per l’autore “l’autoreferenzialità e il viluppo di legami, ad esempio tra potere finanziario e informazione hanno moltiplicato i casi di conflitto di interesse, oltre quello dichiarato di Silvio Berlusconi, che non è certo l’unico ad averlo”. Rispetto alla legge elettorale e le riforme istituzionali Tabacci ha sostenuto che “le filosofia delle opposte tifoserie non ha portato alcun frutto anche se l’esigenza di riforme all’architettura statale è ormai impellente”. “Per fare le riforme però il sistema politico deve essere in grado di parlare a tutti gli interessi e comporli in una sintesi che rispetti gli equilibri, senza costringere a schierarsi a prescindere dai contenuti dello schieramento. Un elemento perturbatore è il premio di maggioranza che fa prevalere un polo sull’altro ma, come dimostrano gli ultimi dieci anni di governo, al banco di prova, le contraddizioni esplodono si tratti di centrodestra o di centrosinistra. Quanto al dialogo tra Veltroni e Berlusconi - conclude Tabacci - il rapporto non può essere tra due leaders e lo sbocco non può essere il bipartitismo”. “Il libro di Tabacci”, per Mauro Agostini, sottosegretario al Commercio estero, “affronta un pezzo della vita italiana che ci ha visto protagonisti insieme nel percorso che ha portato al varo della legge sul risparmio e poi alla riforma della Banca di Italia. L’idea di fondo era rimuovere le incrostazioni che impedivano all’economia italiana di essere competitiva. Rimane ancora da completare la parte che riguarda le liberalizzazioni e il superamento di alcune resistenze corporativistiche affinché le aziende possano cogliere pienamente la sfida internazionale”. Condividi