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PERUGIA - La Provincia di Perugia aderisce alla Costituzione Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della morte di G. Piermarini (1808 – 2008) e per l'edizione nazionale degli Zibaldoni. Il Comitato Nazionale sarà composto dai rappresentanti del Ministero per i Beni e Attività Culturali, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica, della Regione Umbria, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, dei Comuni di Foligno, Milano, Monza, Mantova, Trieste, dell'Università degli Studi di Perugia, del Politecnico di Milano, delle Accademie di Belle Arti di Perugia e di Brera, e di altre importanti Istituzioni pubbliche e private nazionali, umbre e lombarde. Il programma delle celebrazioni, che si svolgeranno dal 2008 al 2010, prevede la realizzazione di una mostra itinerante (Foligno - Milano - Trieste) di disegni originali, taccuini di appunti manoscritti, strumenti, plastici del Teatro della Scala; un convegno di studi a Milano a chiusura delle celebrazioni, la stampa anastatica, con testo critico, dei due taccuini di appunti, uno spettacolo al Teatro alla Scala di Milano e la digitalizzazione dei disegni e realizzazione del sito. Le celebrazioni intendono riproporre all'attenzione della critica e del grande pubblico la figura e l'opera di un architetto tra i più rappresentativi della seconda metà del '700, divenuto figura di rilievo dell'architettura lombarda dell'epoca fino ad essere nominato, nel 1779, Imperial Regio Architetto. Giuseppe Piermarini nasce a Foligno nel 1734. Dopo un'iniziale formazione architettonica nella sua città natale, fu allievo del Murena, del Posi e del Vanvitelli con il quale lavorò a Roma e a Napoli. Nel 1769 giunge a Milano con il maestro divenendo figura di rilievo dell'architettura lombarda dell'epoca fino ad essere nominato, nel 1779, Imperial Regio Architetto. Tra le opere più importanti da lui realizzate a Milano si annoverano il Palazzo Ducale, che si ispira alle architetture vanvitelliane, mentre in Palazzo Greppi esprime una sua più chiara e definita personalità con la chiarezza delle linee ed essenzialità delle strutture. Tra il 1776 e il 1780 realizza la Villa Reale di Monza, considerata uno dei suoi capolavori, ma la sua opera più famosa resta il Teatro alla Scala di Milano con la sua sobria e lineare facciata. Tra le altre opere milanesi Palazzo Belgioioso, Palazzo Casnedi, Palazzo Morigia, Palazzo Cusani, il Palazzo del Monte di Pietà, facciata del Palazzo dell'Arcivescovado, Teatro della Cannobiana. Perduti gli incarichi ufficiali, Piermarini si ritira nella sua Foligno dove muore nel 1808. "La fortuna critica di Giuseppe Piermarini ha avuto eclissi – spiegano gli organizzatori - è rilanci in periodi alterni come spesso accade agli artisti che vivono da protagonisti un'epoca di transizione e la cui opera è giudicata in funzione delle categorie critiche e delle tendenze entro le quali si preferisce inquadrarla. Soprattutto in questo secolo la storiografia architettonica è stata fortemente condizionata dal modello evoluzionistico imposto dalle teorie che vedevano nell'arte moderna il coronamento e superamento di ogni precedente esperienza. Il neoclassico, all'interno di questo modello, venne visto da alcuni come indispensabile anello della catena evolutiva, da altri come deviazione involutiva in quanto pausa nostalgica, rispetto a una sorta di movimento di liberazione dalle regole del passato, iniziato con il manierismo barocco e culminato nella cesura drastica delle avanguardie storiche. Sarebbe opportuno riflettere sulla contraddizione che oppone questo modello evoluzionistico a quello, ben più saggio e 'moderno', della Scuola di Vienna di Storia dell'Arte, che proprio all'inizio del '900 affermò la sterilità della metafora biologica (nascita, fioritura, decadenza) rivendicando a ogni periodo storico eguale diritto all'ascolto" (P. Portoghesi, La Scala ritrovata, in Giuseppe Piermarini. I disegni di Foligno. Il volto piermariniano della Scala, Milano 1998). Le celebrazioni intendono riproporre all'attenzione della critica e del grande pubblico la figura e l'opera di un architetto tra i più rappresentativi della sua epoca”. Condividi