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"Abbiamo appena appreso che il Tribunale del Riesame di Perugia, mentre ha disposto la scarcerazione di Fabrizio (già ai domiciliari), Damiano e Dario, ha confermato il carcere per Michele e Andrea. Una decisione gravissima e ingiusta, visto che gli inquirenti non hanno portato alcun nuovo elemento probatorio che sostenga il loro sgangherato impianto accusatorio". Inizia così la nota degli antimperialisti di Moreno Pasquinelli che hanno giudicato negativamente l'operazione della magistratura contro i cinque presunti anarchici di Spoleto. DI SEGUITO IL COMUNICATO: "I cinque giovani compagni furono arrestati a Spoleto il 23 ottobre con un impressionante spiegamento di uomini e mezzi con l’accusa di appartenenza ad associazione con finalità di terrorismo o eversione. Ovvero il famigerato art. 270 bis del codice penale. In realtà la norma viene usata in maniera crudele e indiscriminata per reprimere e isolare chiunque, sia esso antimperialista, comunista o islamico, si permetta di contestare il sistema in cui viviamo. Con gli arresti di Spoleto la mannaia si è abbattuta anche sugli anarchici. L’Umbria pare diventata un territorio privilegiato per sperimentare le nuove e liberticide norme repressive. Nel 2004 con gli arresti di due antifascisti turchi e di tre dirigenti del Campo Antimperialista è stato sbandierato lo smantellamento di una pericolosissima cellula terrorista internazionale di matrice marxista–leninista; la scorsa estate si è spacciato l'arresto di tre immigrati musulmani marocchini come lo "smantellamento di una cellula di al-Qaeda" mentre la loro unica colpa –risulta dagli atti! – è quella di considerarsi solidali con le resistenze palestinese e irachena. Adesso tocca agli anarchici, quelli "cattivi", quelli che stanno nei comitati popolari ambientalisti ma che ci stanno da rivoluzionari. Perché il punto è proprio questo: il sistema, per reggersi in piedi, non può permettere alcuna opposizione che non sia addomesticata, anche a costo dell’assurdo. Non conosciamo ancora le motivazioni del provvedimento, ma è evidente la mostruosità di una decisione fondata sul fatto che i gravi indizi di colpevolezza del reato associativo sussisterebbero solo per due giovani, mentre la giurisprudenza ha costantemente affermato la necessità di almeno tre membri perché si possa parlare di "associazione sovversiva". Ma la Giustizia italiana se ne infischia dell’assurdo giuridico quando a farne le spese sono giovani anarchici, incompatibili con l’attuale ordine costituito, e facili da spacciare all'opinione pubblica come "bombaroli". Non accettiamo tutto questo e continueremo a batterci per la libertà di Michele, Andrea e di tutti gli altri fratelli e compagni che pagano sulla loro pelle la loro dichiarata incompatibilità con la corrotta casta al potere. Vogliono fare dell'Umbria una regione a libertà vigilata. Non ci riusciranno! Gli umbri che hanno ancora una coscienza civile daranno filo da torcere ad un potere arrogante che tira fuori le manette ogni volta che viene messo in discussione". Condividi