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TERNI - Diminuzione della quantità di rifiuti prodotti ed incremento della raccolta differenziata sono due dei cardini del nuovo Piano di gestione dei rifiuti per l’Umbria che la Giunta regionale intende approvare entro l’anno. Le linee di indirizzo in materia sono state presentate nel corso del convegno promosso stamani, a Terni, dall’assessorato all’ambiente della Regione Umbria. Scopo dell’iniziativa, sul tema “Dal 30% al 60%: esperienze a confronto sulla raccolta differenziata domiciliare”, quello di avviare un confronto tra i diversi soggetti interessati e di raccogliere indicazioni utili alla stesura del nuovo Piano regionale. In Umbria la produzione di rifiuti pro-capite è stata stimata nel 2006 in 602 kg per abitante, un valore elevato – è stato detto durante il convegno - da riequilibrare nell’ambito delle scelte strategiche dei prossimi anni. L’incremento è determinato soprattutto dalla quantità e qualità degli imballaggi, mentre si presenta più stabile il dato relativo al rifiuto organico. Il vigente Piano regionale stimava una crescita della produzione dei rifiuti urbani del 2,5% annuo, ma i dati umbri hanno invece evidenziato un continuo aumento della produzione. Nelle linee di indirizzo sono quindi indicate le azioni necessarie ad invertire l’attuale tendenza, anche attraverso accordi con la grande distribuzione. Secondo il documento, alla riduzione del quantitativo di rifiuti possono concorrere: la reintroduzione di vuoti a rendere in vetro, accompagnata da una tassa cauzionale, la promozione di punti vendita “alla spina”, la sostituzione degli imballaggi a perdere, l’incentivazione del compostaggio domestico e l’uso di stoviglie monouso recuperabili. Sul fronte della raccolta differenziata è stato invece ricordato che il dato umbro è andato progressivamente migliorando: dal 9,3% del 1996 al 29% nel 2006, con una temporanea stabilizzazione nell’ultimo biennio. Un risultato raggiunto grazie alle azioni previste dal Piano rifiuti 2002, supportate da risorse derivanti da diverse fonti finanziarie per complessivi 15 milioni di euro. Nel quinquennio di vigenza del Piano sono state cofinanziate 63 stazioni ecologiche, impianti ed attrezzature fisse; sono stati erogati contributi per progetti di raccolta differenziata presentati dai Comuni e per l’adeguamento degli impianti di compostaggio presentati dai soggetti gestori; sono stati assegnati incentivi ai Comuni sulla base dei quantitativi di rifiuti effettivamente raccolti in modo differenziato, inviati ad impianti di recupero e di riciclaggio; sono stati infine distribuiti 14mila 500 compostatori domestici per la frazione organica umida prodotta in giardini ed orti. Tuttavia – si sottolinea nelle Linee di indirizzo - per raggiungere l’obiettivo di una raccolta differenziata regionale intorno al 60% entro il 2011 occorrono azioni innovative rispetto alle attuali, simili a quelle adottate in alcuni comuni del nord Italia, dove in pochi anni sono state raggiunte quote del 70 per cento. La strada indicata è quella di una maggiore attenzione al recupero dei materiali, alle forme organizzative dei servizi di raccolta ed all’incremento della raccolta domiciliare, oltre a nuove tipologie di agevolazione fiscale e tariffaria per cittadini ed enti virtuosi. A differenza dei cassonetti dedicati, la raccolta domiciliare consente – secondo il documento – un controllo diretto qualitativo e quantitativo dei rifiuti e responsabilizza maggiormente l’utente. Una conferma arriva dai positivi risultati ottenuti dalle amministrazioni umbre che hanno attivato questo servizio sul territorio e le cui esperienze sono stata illustrate durante il convegno. In particolare si è raggiunto il 40 per cento di raccolta differenziata ad Assisi (Loc. Santa Maria degli Angeli, Tordandrea e Rivotorto), il 53 per cento ad Attigliano (capoluogo), il 43per cento a San Gemini (capoluogo) ed il 45 per cento a Sigillo (capoluogo). Un aspetto sostanziale per stimolare la partecipazione degli enti locali ai nuovi sistemi di raccolta differenziata sarà quello di rivedere le tariffe di conferimento dei rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento, disincentivando le tecnologie che non permettono recupero di materiale. Il conferimento in discarica dovrà non essere più conveniente rispetto alle altre soluzioni di recupero che saranno individuate. Secondo le indicazioni del documento è previsto lo sviluppo di due tipi di servizi di raccolta differenziata: domiciliari e stradali. I Comuni con servizi domiciliari avranno raccolte differenziate domiciliari almeno per la frazione organica, la carta e la frazione indifferenziata. Sono comunque previste raccolte, che potranno essere anche stradali, per vetro e plastica e la presenza di stazioni ecologiche per il conferimento diretto delle diverse frazioni del rifiuto da parte degli utenti. I Comuni con servizi stradali avranno raccolte stradali almeno per carta, vetro e plastica (ed eventualmente anche per la frazione organica, nella forma di un servizio di prossimità), oltre che per il rifiuto indifferenziato, con sviluppo del compostaggio domestico per organico e verde e con la presenza di stazioni ecologiche per la raccolta differenziata di tutte le diverse frazioni del rifiuto. Relativamente ai sistemi tariffari nelle Linee di indirizzo si evidenzia l’utilizzo della cosiddetta “tariffa puntuale”, attribuita all’utente sulla base di una valutazione del quantitativo di rifiuti effettivamente conferiti ai servizi di raccolta. La tariffa puntuale prevede incentivi economici legati all’impegno verso la riduzione della produzione di rifiuti e la loro differenziazione. Verranno invece penalizzati i conferimenti impropri e gli smaltimenti derivanti da mancata separazione alla fonte. Tutto il ciclo dei rifiuti (produzione, raccolta, riciclaggio, riutilizzo e smaltimento) – è stato sottolineato, deve vedere gli “Ato” rifiuti, i Comuni ed i gestori impegnati in una innovativa capacità progettuale e di azione, accompagnata da una corretta informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della comunità regionale. Il nuovo Piano regionale dovrà assicurare il mantenimento della piena autosufficienza per la gestione dei rifiuti urbani, scongiurando qualsiasi rischio legato al possibile verificarsi di situazioni emergenziali. Il Piano dovrà inoltre fornire indirizzi al sistema regionale perché di doti di una adeguata rete di impianti per far fronte al fabbisogno di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi. Tutto ciò – si evidenzia nel documento - dovrà essere conseguito attraverso un parallelo miglioramento delle prestazioni ambientali del sistema gestionale. La Valutazione ambientale strategica (“Vas”), cui sarà assoggettato il Piano regionale attesterà anche attraverso l’individuazione di specifici indicatori i miglioramenti che saranno conseguiti grazie alle azioni del Piano (riduzione della produzione, recupero di materia, recupero di energia, minimizzazione dello smaltimento in discarica). Presto anche il Comune di Terni andrà ad aggiungersi all’elenco delle amministrazioni umbre che hanno attivato la raccolta differenziata domiciliare. Il progetto, realizzato con il supporto della Regione Umbria – è stato annunciato al convegno -, ha l’obiettivo di centrare in tempi rapidi la percentuale di raccolta prevista dalla normativa vigente. Il nuovo sistema di raccolta sostituirà completamente quello esistente di tipo stradale, con un modello “porta a porta” che prevede la consegna ad ogni utenza/struttura abitativa di un kit di contenitori. Ciò permetterà un maggiore controllo dei rifiuti raccolti e promuoverà comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Nelle intenzioni di Comune di Terni ed “Asm” di Terni il nuovo tipo di raccolta sarà avviata in autunno in 2-3 Circoscrizioni per arrivare a coprire tutto il territorio comunale entro il 2009. Il successo dell’iniziativa – è stato sottolineato - dipenderà anche dalla sensibilità e dalla partecipazione dei cittadini ternani e dai contributi delle associazioni di categoria ed ambientaliste. Il progetto del Comune di Terni – è stato detto – in parte anticipa l’attuazione degli indirizzi contenuti nel nuovo Piano Regionale dei Rifiuti e rappresenta una prima verifica sui risultati ed obiettivi che possono essere raggiunti in Umbria. Condividi