ROMA - Lo slogan è "Education is not for sale". L'obiettivo: difendere il diritto allo studio dalla minaccia delle privatizzazioni. Gli studenti di tutto il mondo fanno lega per dire no alle riforme che consegnano ai privati le chiavi dell'istruzione dei cittadini. L'occasione è la giornata internazionale di mobilitazione di scuola e università. In Italia saranno almeno 50 i cortei, i presìdi e le occupazioni simboliche previsti domani. Già occupato il rettorato dell'università di Bari.
Un'assemblea internazionale, cui parteciperà anche una delegazione di nostri studenti, si svolgerà a Bruxelles. In Italia la mobilitazione - cui hanno aderito l'Unione degli universitari, il coordinamento degli studenti universitari "Link", l'Unione degli studenti e la Rete degli studenti - coinvolgerà soprattutto gli atenei italiani, ma anche il mondo della scuola. Oltre che nelle città principali - Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli, Bari e Palermo - manifestazioni e cortei si svolgeranno ad Ancona, Padova, Forlì, Parma, Ferrara, Catania, Perugia, Lecce, Cagliari e Pavia. E in molte altre città.
Per gli studenti universitari, il disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini, già approvato dal Consiglio dei ministri e ora all'esame delle commissioni parlamentari, punterebbe ad obbligare gli atenei a consegnarsi nelle mani di privati: "E' un disegno compiuto e ragionato ad arte - dice Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell'Unione degli universitari - perché anche i nuclei di valutazione, che dovrebbero fare verifiche qualitative, verranno affidati a mani esterne, togliendo qualsiasi freno ad una dequalificazione della didattica. L'obiettivo è sollevare l'istruzione e la ricerca universitaria dalla spesa pubblica per consegnarla in mani private".
Per gli studenti la mobilitazione di oggi rappresenta un crocevia importante. Se l'adesione sarà numerosa, l'intenzione delle associazioni è tornare a costituire un massiccio fenomeno di protesta simile all'onda dello scorso anno. Secondo Stefano Vitale, del coordinamento nazionale dell'Unione degli studenti, quello di domani rappresenta "un momento importante per riaffermare un movimento studentesco che in più occasioni è stato capace di far tremare i palazzi dei governi: sarà una giornata in difesa del valore pubblico della formazione e del libero accesso ai saperi. In tutta Europa gli studenti faranno sentire la propria voce, e la mobilitazione avrà un respiro internazionale".
I rappresentanti delle associazioni studentesche annunciano che presto la protesta potrebbe esternarsi attravereo le occupazioni degli istituti: "Rispondendo all'appello degli alunni del liceo Tasso che hanno già occupato l'istituto - spiega il portavoce della Rete degli studenti, Luca de Zolt - crediamo sia necessario un impegno di mobilitazione straordinario in tutte le scuole in difesa del diritto allo studio".
Intanto ieri alcuni studenti universitari hanno manifestato occupando l'ingresso del rettorato dell'università di Bari, dopo una assemblea del polo umanistico dell'ateneo. Chiedono l'immediato ritiro del ddl Gelmini sull'università. "Si tratta di una riforma - sostengono gli studenti aderenti al coordinamento "Link" e al collettivo di Lettere e Filosofia - che tra tasse alte e privati negli organi di governo porterebbe le nostre università a diventare sostanzialmente private".
Per gli universitari l'appuntamento di oggi rappresenta anche una tappa di avvicinamento all'assemblea indetta alla Sapienza di Roma dai ricercatori precari a cui parteciperanno anche gli studenti.
Nel corteo che si sta già svolgendo lungo le strade di Roma sfilano anche numerosi studenti stranieri, tra cui una delegazione iraniana. Il corteo, che si è mosso alle 9,30 da via Conte Verde, si snoderà fino alle 14. Poi, nel pomeriggio, è previsto un sit-in sotto il rettorato della Sapienza.
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