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AREZZO - Banconote false, secondo indiscrezioni emerse in ambiente investigativo, sarebbe state trovate, durante una perquisizione, anche nell'abitazione milanese di Fabrizio Corona, mentre i tre erano in possesso di almeno altre 20 banconote falsificate delle quali hanno cercato di disfarsi quando si sono visti raggiungere dalla polizia stradale. A mettere nei guai Corona è stata una banconota da 100 euro, quella che è finita nelle mani del benzinaio di Badia al Pino per il pieno fatto alla Bentley. A consegnarla è stato uno dei due amici che era assieme a Corona, quello che stava guidando. L'episodio è avvenuto intorno alle 5.30. L'addetto alle pompe di carburante si è subito accorto che quella banconota era falsa e lo ha detto chiaramente a Corona e ai suoi amici. I tre, per risposta, hanno sgommato ed hanno lasciato l'area di servizio ad alta velocità. Il benzinaio, secondo fonti investigative - ha immediatamente avvertito la polizia stradale di Battifolle: una pattuglia è arrivata nell'area di servizio, un'altra - che viaggiava in carreggiata nord - ha invertito la marcia e si è messa all'inseguimento della Bentley, mentre la segnalazione veniva data anche agli agenti della polizia stradale di Orvieto che hanno bloccato l'auto poco prima del casello della città umbra. E' stato a questo punto che i tre hanno lanciato fuori dall'auto un sacchetto di plastica che è andato a finire nello spazio che divide le carreggiate nord e sud ed è stato recuperato dagli agenti della polstrada di Battifolle: all'interno c'erano una ventina di banconote da 100 euro, tutte false. Questa ricostruzione smentirebbe la tesi avanzata dall’avvocato del fotografo, secondo il quale “si tratta di banconote provenienti da pagamenti di altre persone che riteniamo di aver già individuato. In ogni caso si tratta di inezie, piccole cose che non creano nessun allarme per la posizione di Fabrizio Corona". Una dichiarazione che avallava quanto dichiarato dal suo assistito, ovvero che si sarebbe trattato del compenso di una serata, come dire, lui non sapeva assolutamente che quel denaro era contraffatto. I tre si trovano comunque ancora negli uffici della polizia stradale di Orvieto e gli accertamenti a loro carico sono tuttora in corso. Negli uffici della stradale è arrivato anche il sostituto di turno alla procura della Repubblica di Orvieto. Condividi