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PERUGIA - Riceviamo e pubblichiamo la presa di posizione della difesa di Michele Fabiani in riferimento alle notizie di stampa riguardanti la sentenza di appello del 16 febbraio, a chiarimento di informazioni arbitrariamente dissezionate e inserite in un contesto che altera la realtà dei fatti. ”I risultati delle intercettazioni ambientali da ultimo effettuate nel procedimento sono viziate da inutilizzabilità, in quanto il Pubblico Ministero ha disposto che le operazioni avvenissero anche mediante impianti e apparecchiature appartenenti a privati, mentre, ai sensi di legge, ciò è previsto solo quando si procede a intercettazione di comunicazioni informatiche o telematiche, e non anche di intercettazioni ambientali (art. 268 c.p.p. comma 3bis). Non si tratta di un cavillo formale in quanto le garanzie stabilite dalla legge per le modalità di effettuazione delle intercettazioni sono dirette a salvaguardarne la genuinità e la chiarezza dell'eventuale contenuto. La legge prevede poi che le trascrizioni siano depositate in forma integrale, mentre in questo caso si tratta solo di frasi estrapolate e parziali, con numerosi /omissis/, tali da rendere in realtà incomprensibili e dal significato tutt'altro che univoco le conversazioni intercettate, tanto più in quanto totalmente estrapolate dal contesto. Le stesse trascrizioni poi sono costellate di note che segnalano come alcune frasi siano incomprensibili a causa dell'audio scadente_. In questo stesso procedimento molte delle frasi inizialmente estrapolate dall'accusa si sono rivelate successivamente di tutt'altro significato che quello inizialmente indicato (vedi la questione dello scambio degli assegni, che invece gli inquirenti continuano ad identificare con l'asserito scambio dei proiettili). Lo stesso coindagato Di Nucci Andrea in sede di interrogatorio, non ha confermato, anzi ha contestato il contenuto delle intercettazioni medesime. Andrea Di Nucci non ha confidato dunque alcun "segreto dei proiettili" come scritto dalla Nazione. Lo stesso invece, nel corso dei lunghi interrogatori, ha definitivamente chiarito, con riferimenti e riscontri precisi e concordanti, il "segreto degli assegni", scambiati con Michele, e quindi, in realtà, la confutazione definitiva della "tesi dei proiettili". Le motivazioni del Tribunale della Libertà (Tribunale in sede di appello ex art. 310 c.p.p.) del 15 febbraio 2008 appaiono essere in parte frutto di meri errori di valutazione e si confida che il G.I.P. possa modificare e rettificare tali errori. Infatti con riguardo alla visita medica -- definita come "strategica" - il G.I.P. sa perfettamente che l'iniziativa di sottoporre il Fabiani a visita medica è partita dalla Direzione della Casa Circondariale di Capanne, con richiesta diretta al GIP, che evidentemente aveva riscontrato una grave e difficile situazione disagio, con riferimento ad un ragazzo ventenne in stato di custodia preventiva in isolamento. Tutto ciò (cioè la richiesta rivolta dalla Direzione del Carcere al GIP), all'insaputa della difesa, che solo successivamente procedeva ad analoga istanza di parte. Il Fabiani era addirittura contrario a sottoporsi a visita medica e né lui, né tanto meno questa difesa, hanno ideato e concertato alcuna "strategia difensiva" sul punto, ancorché finalizzata unicamente a revocare il trattamento di isolamento carcerario. Né, del resto, i familiari erano al corrente di questi aspetti. La simulazione dedotta erroneamente dall'accusa e, quindi, dal Tribunale della Libertà, è frutto di un errore di interpretazione degli stessi colloqui intercettati in carcere con i familiari. Michele Fagiani parla in realtà, in quei colloqui, di una mozzarella. Gli inquirenti spesso dimostrano di dimenticare che Fabiani è un ventenne, e non è il pericoloso stratega eversore che si dipinge. Anche alla luce di quanto sopra, allo stesso modo frutto di errore sono i commenti circa il coinvolgimento e la connivenza dei nonni e dei familiari in merito alle azioni ed alle "strategie" o simulazioni del giovane. Si sottolinea in proposito come nelle altre conversazioni il Fagiani stia in realtà dicendo ai nonni che è innocente e che gli piacerebbe sapere chi è il vero colpevole (come farebbe chiunque nella sua situazione). I familiari stanno ascoltando il giovane ed è evidente come non siano né partecipi né consapevoli di alcunché. Si chiederà di riascoltare le registrazioni originali -- e non le trascrizioni – in quanto in uno dei colloqui la nonna stava addirittura piangendo. I familiari del Fabiani sono in realtà persone di saldi valori e principi democratici ed ancor prima umani, distrutti dal dolore e dall'assenza del giovane Michele”. Questo è il Comunicato consegnatoci dall'Avvocato Parente nella giornata di oggi. Per quanto riguarda il Comitato 23 Ottobre, che rappresenta i parenti, i giovani amici e un ampio numero di associazioni che si battono per la liberazione dei 4 giovani spoletini, questi fa presente che con la "nonna paterna" che arriva sulle pagine della stampa si è superato il limite dell'accettabile e non è più disponibili a tollerare simili comportamenti. L'utilizzo improprio degli atti, di per se contenenti omissis in misura tale da rendere impossibile individuare soggetti e oggetti delle frasi, ulteriormente privati negli articoli di tutto ciò che può apparire contraddittorio con le scelte dei giudici e riportare il dato della presenza sulla scena del "crimine" di una nonna di 75 anni che dalla lettura delle intercettazioni stesse risulta non aver neanche aperto bocca, è operazione che può solleticare la morbosità di qualche lettore ma certamente solleverà come sta avvenendo, fin nelle sedi istituzionali, l'indignazione di ogni persona civile. Intende infine sottolineare che portare tra le ragioni della negazione degli arresti il "ruolo ??? svolto" dai nonni nelle strategie difensive parla esattamente della cosa giudiziaria con cui abbiamo a che fare. Il "coinvolgimento" grottesco di persone da tutti conosciute e stimate a Spoleto spiega meglio di tante parole perchè Michele si trova nel Super carcere di Sulmona con l'accusa di essere un terrorista, e il pregiudizio verso questo ragazzo si spinge a al punto tale che tra gli atti presentati dal PM ci sono scritti del 2003, quando aveva 16 anni, tra l'altro tutti pubblici e ampiamente conosciuti. Condividi