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PERUGIA – Le condizioni del Tevere nel tratto che attraversa Ponte San Giovanni, determinatesi nel corso del 2007, sono state al centro di una interrogazione presentata dal Prc in Consiglio provinciale. Secondo quanto riferito dai consiglieri di Rifondazione Comunista, in questo punto del corso d’acqua, nella scorsa primavera “lo sbarramento pressoché completo del corso del fiume per inviare tutta l'acqua disponibile all'impianto generatore di energia elettrica di recente inaugurazione ha trasformato alcune centinaia di metri, bypassati dal normale fluire della corrente, in una sorta di acquitrino, proprio in corrispondenza del ponte di legno realizzato dal Comune di Perugia qualche anno fa”. Con l’interrogazione in oggetto si chiedeva quindi di sapere se tale stato di cose fosse stato previsto nel contratto di concessione alla ditta che ha costruito e gestisce l'impianto e, qualora non fosse stato previsto, quali azioni avesse inteso mettere in atto l'Amministrazione provinciale per ovviare al profilarsi di una situazione insostenibile”. “Dal punto di vista ambientale – è stato riferito dall’assessorato competente – l’estate 2007 è stata particolarmente problematica e l’esperienza di Ponte San Giovanni ci deve servire a riflettere profondamente. In particolare ci deve indurre a concepire gli invasi in maniera diversa da come fatto fino ad oggi. Occorre pensare sì ad un loro utilizzo a fini idroelettrici – ha aggiunto l’assessore – ma nel rispetto dell’ambiente e dell’orografia circostante. Insomma, cercheremo di non ripetere invasi della portata di quello di Ponte S. Giovanni”. In particolare si è fatto riferimento all’importanza di un controllo costante dell’acqua rilasciata e del minimo deflusso vitale. “Ci sono delle fasi dell’anno – si è precisato – in cui se si scende al di sotto di certi livelli va interrotta la produzione di energia”. Nel caso dell’episodio di Ponte San Giovanni tra le soluzioni adottate vi è stato l’innalzamento, ad opera della ditta che gestisce l’impianto, di 30 centimetri dello sfioro della diga posta a valle, così da ridurre il drenaggio nella sinistra idraulica, ovvero alle spalle dell’Ipercoop di Collestrada. In più è stato attivato il controllo del minimo deflusso vitale che ha portato nel mese di luglio ad interrompere del tutto la produzione di energia elettrica. Le informazioni fornite dall’assessore provinciale sono state ritenute quasi completamente soddisfacenti dal Prc, “anche se – si è fatto notare – l’opera di Ponte San Giovanni è stata realizzata ed indietro non si torna”. Condividi