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PERUGIA – In attesa dell’approvazione del Piano faunistico-venatorio regionale la Provincia di Perugia ha provveduto a prorogare le autorizzazioni degli istituti privati di caccia affinché il 2008 sia dedicato alla ridefinizione dei disciplinari di gestione delle Aziende faunistico-venatorie. La notizia proviene dall’Assessorato provinciale alla programmazione e gestione faunistica interrogato dal Gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale sui problemi legati alle A.F.V. (Aziende faunistico-venatorie), il cui scopo è quello di salvaguardare e ripristinare l'ambiente naturale e di difendere la fauna autoctona e naturalizzata per consentirne lo sviluppo e l'irradiamento sul territorio, nonché favorire la sosta e la protezione della fauna migratoria. In particolare, con questa interrogazione il Prc chiedeva di conoscere quanti sopralluoghi la Provincia abbia effettuato nell'anno 2006-2007 nelle Aziende Faunistico Venatorie al fine di accertare la consistenza faunistica; se siano state rilevate infrazioni da parte dei titolari circa le immissioni e i prelievi autorizzati; se le tabellazioni perimetrali siano tenute sempre in efficienza; se possa essere preso in considerazione un allargamento degli ingressi nelle AFV anche a coloro i quali, pur non essendo chiamati direttamente dal titolare dell'Azienda, ne facciano richiesta alla Provincia. Nel corso degli ultimi due anni, secondo quanto riferito dall’Assessorato competente, sono stati effettuati sopralluoghi in tutte le A.F.V. della provincia (una trentina circa), al fine di verificare le consistenze faunistiche ed eventuali danni causati dai cinghiali. Nel corso di tale periodo non risulta che siano state rilevate infrazioni a loro carico circa irregolarità in immissioni o prelievi. Nè risultano irregolarità rispetto alle tabellazioni. Per quanto riguarda gli accessi inoltre le A.F.V. sono ambiti privati, pertanto gli ingressi sono regolati dal concessionario e la Provincia svolge un ruolo di continuo controllo, avvalendosi del Corpo di Polizia Provinciale oltre ai controlli effettuati dal Corpo Forestale dello Stato o altri Corpi di Vigilanza. “Rimane il fatto – fanno sapere dall’Assessorato – che è necessario rivedere i disciplinari di gestione di queste Aziende che hanno bisogno di giusti equilibri, così da poter svolgere appieno la loro funzione, che non ha scopo di lucro e che è finalizzata a salvaguardare la fauna autoctona e favorirne l’irradiamento sui territori circostanti”. Condividi