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Domenica scorsa, dopo anni di apatia, mi sono recato in Valnerina in occasione della fatidica "apertura alla trota", non certo per pescare. Avevo desiderio di rivedere il fiume ma, soprattutto, speravo di incontrare quegli amici di sempre ormai diventati indelebilmente icone della mia gioventù, delle mie passioni più intense. Come tanti piccoli tasselli che soli sembrano niente ma che invece, insieme, costituiscono quel disegno più grande che è la vita. Alcuni li ho ritrovati con immenso piacere e, senza sorprendermi più di tanto, ho ritrovato pure "l'ambiente" di quegli anni in cui giovane lo ero veramente. File interminabili di auto e camper parcheggiate in ogni dove senza il minimo rispetto per gli altri e per se stessi, accampamenti e tendopoli dalle demenziali analogie militari, sbuffi di fumo che esasperati dai controluce del mattino, sembravano trasformare quest'amena valle in un imminente fronte di battaglia. Da una parte il solito esercito, sempre più agguerrito, perpetuamente rinnovato da nuove fresche generazioni e sempre più tecnico ed attrezzato, dall' altra, il vecchio fiume. Anche lui sempre lo stesso così come sempre più debole, sempre più privato della sua primaria forza, l' acqua. Lavorato ai fianchi da nuovi e invadenti detersivi, concimi, stoltezza dell' uomo e mille altre insidie. Camminavo lungo la valle riflettendo su questi incomprensibili atteggiamenti quando, di colpo, sono ritrovato in un tratto incredibilmente solo e silenzioso. Il No-Kill. Pochi metri e un altro mondo. Niente tende, niente rumore, nessuna colonna di fumo a "sporcare" l'ambiente. Niente mimetiche e dubbi individui con roncole appese ai fianchi nello stupido tentativo di padronizzare ciò che invece è di tutti. Qualche chilometro di amabile rispetto per un fiume che, prima o poi, soccomberà come altri all' uomo. Mi sono sentito felice. Non credo che aver posticipato di qualche giorno l'apertura della pesca su quel tratto servirà a cambiare le cose, certo non più di tanto. Non lo credo davvero purtroppo, ma mi ha fatto immensamente piacere, mi ha aperto il cuore da grande amante della terra quale sono, scoprire che in un mondo pieno di ipocrisia e di disgustose ipocrite chiacchiere, c' è ancora qualcuno che ha il coraggio di anteporre l'essere all'apparire, di fare scelte impopolari che certo richiedono coraggio e scontentano molti ma che, indubbiamente, rendono omaggio all' intelletto ed alla ragione. Non bisogna avere timore delle inevitabili idiote lamentele di chi si professa magnifico pescatore quando poi, pur cosciente del grave stato di salute della sua prima fonte di piacere, non è disposto a spendere neanche qualche giorno di attesa nella speranza, pur flebile, che ciò possa servire a qualcosa. Se non avessi il timore di incorrere in presunzione, o ancor meno di inibire l' umiltà con la quale questi gesti devono per forza essere sottolineati, vorrei quasi suggerire a chi ha ancora il coraggio di simili battaglie, di sentirsene orgoglioso. Condividi