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PERUGIA - Sono 561 le associazioni del volontariato che hanno operato in Umbria nell’anno appena trascorso. La loro matrice è prevalentemente umbra e si sono dimostrate molto attive nel campo sociale e socio-sanitario, come l’assistenza domiciliare e il trasposto malati; nella tutela del patrimonio artistico ed ambientale; nella gestione di attività e servizio di pubblico interesse e nella realizzazione di eventi. Per ognuna delle associazioni cresciute in mondo costante negli ultimi anni risultano vitali e per certi versi decisivi: i vantaggi fiscali derivanti dal riconoscimento di organizzazioni di tipo Onlus; il ristorno di contributi derivanti dalla devoluzione volontaria del 5 per mille sulle denuncie Irpef, dallo stretto legame di collaborazione che si è creato nel tempo fra associazioni ed istituzioni pubbliche. Questo il quadro emerso, a Palazzo Cesaroni, dalla Relazione sulla attività delle organizzazioni iscritte nel registro regionale del volontariato e sul loro rapporto con gli enti locali che per legge deve annualmente esaminare l’assemblea per presa d’atto e senza votazione finale. Stilata dalla Giunta regionale sulla base delle documentazioni inviate dai Comuni umbri, la relazione per il 2007 - ha detto in aula il relatore unico per conto della Commissione - evidenzia che il numero delle organizzazioni del volontariato iscritte nel Registro regionale, con 31 nuovi arrivi (22 sociale, 5 cultura, 2 protezione civile, 2 sport) e 18 cancellazioni per inattività accertata, è rimasto praticamente inalterato, ed è ancora ben evidente che molte di esse, ad eccezione delle più note come Avis, Aido, Auser, Confraternita della Misericordia, hanno una dimensione locale, spesso solo comunale, e quindi risultano non affiliate ad organizzazioni madri di rilievo nazionale. La relazione ha evidenziato lo stretto rapporto di collaborazione che si è creato nei comuni fra volontariato ed ente locale, quasi sempre regolamentato da convenzioni, contributi erogati dai comuni e concessioni alle stesse organizzazioni di sedi ed attrezzature per poter meglio svolgere le varie attività. Dalla stessa relazione è emerso che fra i nuovi impegni del volontariato figurano la cooperazione internazionale, la mediazione culturale al fine di consentire l’accoglienza e la convivenza fra le varie culture e il sostengo ai soggetti svantaggiati. Alcune delle grandi organizzazioni nazionali come quelle citate (Avis, Aido, Auser), chiedono direttamente dal livello centrale la iscrizione del Registro regionale per poter rispondere del proprio operato direttamente sul territorio”. Condividi