stalla suini.jpg
Il colpo è stato forte ed è stato avvertito. Ce lo dice la reazione fredda dell’amministrazione comunale di bettonese riguardo al sequestro, da parte dei carabinieri del Noe, dell’area ove erano in corso i lavori per la realizzazione del secondo bacino di stoccaggio dei reflui provenienti dagli allevamento suini della zona, in esecuzione di un provvedimento disposto dall’autorità giudiziaria. C’era da attendersi una vivace reazione da parte del sindaco di An, ed invece tutto si è compendiato in un brevissimo comunicato, di appena nove righe, inviato alle redazioni per ribadire “la legittimità sia politica che giuridica” degli atti compiuti, con riferimento specifico all’ordinanza n. 46 del 20 settembre scorso con la quale era stato disposto l’avvio urgente dei lavori. Segue l’annuncio che il Comune “sta preparando con il proprio staff legale la memoria difensiva” in merito. Tutto qui. E di difendersi il sindaco di An avverte evidentemente la necessità, tanto che dallo stesso comunicato traspare una sorta di rassegnazione al destino triste che lo attende, laddove si aggiunge, profeticamente, che si prenderà comunque atto “delle decisioni successive che la magistratura, nella quale confida, vorrà adottare". Ciò perché le ragioni del sequestro, come abbiamo scritto ieri, sono tali da lasciare poche speranze: “inadempienze e irregolarità in materia urbanistica”. Intanto esultano gli esponenti del comitato antiliquami che si sono visti pienamente riconosciute dalla magistratura le loro ragioni e che si ripromettono comunque di non abbassare la guardia, per respingere al mittente nuovi possibili tentativi provocatori. I bettonesi non ne possono più delle angherie che una minoranza di prepotenti tenta di imporre ai residenti che aspirano ad un tipo di sviluppo diverso, più in armonia con la natura e che consenta loro di vivere in un ambiente più sano e con l’aria finalmente pulita. Condividi