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ASSISI - Il Circolo di Assisi "Peppino Impastato" della Sinistra Europea condivide le forti preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati in merito alla fusione e alla ristrutturazione in atto della Mignini di Assisi. “Il mercato dei mangimi e dell'alimentazione per gli animali da reddito di cui si occupa l'azienda sta subendo, è vero, da anni in tutta Italia un deciso ridimensionamento, una forte contrazione dei volumi complessivi e quindi delle vendite. Scrive in una sua nota, per cui “La riorganizzazione nazionale del gruppo non può quindi non suscitare allarme. La fusione delle due aziende la Mignini di Assisi e la Petrini di Bastia Umbra significa che dei due stabilimenti oggi esistenti ne resterà ,con molta probabilità, in funzione solo uno, quello di Petrignano di Assisi”. Per la Sinistra Europea di Assisi, “Questo accorpamento però non può portare assolutamente al licenziamenti di operai, impiegati o altra forza lavoro dell'industria. L'Azienda ha sempre sostenuto, anche a fine 2007, di essere leader nazionale del settore e di essere in crescita, deve quindi ,anche oggi, dimostrare di saper competere nell'innovazione e saper sfruttare tutte le nuove opportunità, peraltro gratificanti, che si sono aperte da anni nel settore dell'alimentazione, vedi ad esempio la crescita costante dei consumi e quindi dei volumi di vendita nel settore degli animali da compagnia”. “Non possono comunque essere i lavoratori a pagare con il licenziamento il prezzo di una eventuale incapacità aziendale nell'affrontare il mercato e la competizione”. Altra questione di rilevante interesse in questa vicenda per tutta la comunità locale, per le popolazioni di Bastia Umbra, Assisi e comuni limitrofi, sta scritto anche nel comunicato “è quella relativa alla futura destinazione d'uso dell'area industriale dove sorge oggi lo stabilimento della Petrini, che potrebbe essere dismesso. Si tratta di grandi spazi, di volumetrie imponenti, che suscitano sicuramente l'interesse e accendono gli appetiti di chi volesse mettere in atto eventuali faraoniche speculazioni edilizie”. “Bene hanno fatto le Rappresentanze Sindacali Unitarie a chiedere quindi a tutte le Istituzioni interessate, nessuna esclusa, di vigilare sul passaggi relativi ad un eventuale cambio di destinazione d'uso di tutta la zona”. “Detto in maniera semplice e chiara – si afferma ancora - non è pensabile che in un piccolo territorio come quello del comune di Bastia Umbra, già popolatissimo, si possano prevedere ulteriori incrementi demografici di qualche migliaio di persone, grazie ad eventuali varianti del piano regolatore che prevedano la trasformazione dell'area da industriale a residenziale”. Condividi