Le Acli chiedono una stampa "libera dalle intimidazioni e dai ricatti" e per questo aderiscono alla manifestazione proclamata dalla Fnsi. Lo dice il presidente delle Acli Andrea Olivero nella relazione con la quale apre i lavori del convegno sulla cittadinanza 'Cittadini in-compiuti'. Olivero ricorda le dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo e commenta: "Vogliamo una patria fondata sulla libertà di stampa, una stampa libetra dalle intimidazione e dai ricatti. Per questo abbiamo dato adesione alla manifestazione indetta dalla fnsi per il 19 settembre". SULL'IMMIGRAZIONE, CHIUSURA ALLA LEGA L'identità italiana non si difende con i respingimenti ma con le regole e con l'accoglienza, e certamente non con "la chiusura" e "l'egoismo delle piazze padane". Il presidente delle Acli Andrea Olivero apre i lavori del convegno 'Cittadini in-compiuti' con una riflessione sulla cittadinanza, boccia l'idea della nazione chiusa come "una cittadella assediata", definisce "destinata all'insuccesso" una politica dell'immigrazione centrata sulla "difesa" e indica l'obiettivo di una "cittadinanza universale". "Dobbiamo uscire - afferma - dagli stereotipi di una italianità frutto della televisione, della maglia azzurra, dei riti di massa, vecchi e nuovi. La patria a cui pensiamo è quella fondata sulla credibilità delle istituzioni, sulla legalità, sulla giustizia, sul rispetto nell'agone politico e sull'accoglienza di chi bussa alle nostre porte". Di sicuro, aggiunge, la patria non può essere basata "sulla chiusura e l'egoismo delle piazze padane. E' per questo che ci sentiamo italiani quando accogliamo un profugo e violati nella nostra stessa identità solidale e aperta di fronte ai barconi affondati. Tra chi gioisce per i respingimenti dei clandestini e la Chiesa che li contesta in nome dell'umanità, chi difende l'identità italiana è la Chiesa". Condividi