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FOLIGNO - “La firma del contratto nazionale – sta scritto in una nota di PdCI, Sd, Prc e Verdi – ha fatto revocare lo sciopero dei ferrovieri, ma i problemi restano tutti aperti per le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato di Foligno”, il sempre più incerto futuro delle quali “è sicuramente conseguenza delle politiche liberiste, adottate dai vari governi, a carico di un’azienda di servizio… il cui proprietario è il Tesoro… che dovrebbe potenziare e far concorrenza specialmente al trasporto merci su gomma…”. Ma non è così e le risorse pubbliche vengono piuttosto spese nei mille rivoli di servizi affidati ai privati, anziché ricorrere alle strutture pubbliche che da sempre se ne sono occupate. Strutture che, nel nome di una presunta volontà di cancellare la duplicazione dei costi che in tal modo si è prodotta, vengono poi depotenziate, come le O.G.R., fino a ventilarne la soppressione. Il problema è – per la Sinistra Arcobaleno di Foligno, che si fa interprete anche di quanto domandano i cittadini – se c’è ancora, tanto da parte dello Stato che delle nostre imprese a pareggiare il divario esistente… con il resto dei paesi europei che trasportano (su rotaia, ndr) fino al 55% delle merci, a prezzo vantaggioso rispetto al nostro 7%; se, inoltre, è ancora interesse delle Ferrovie dello Stato (un eufemismo considerato che sono strutturate il circa 36 sps) di acquistare locomotori e tecnologie di esercizio dai francesi, con la conseguenza che anche le manutenzioni saranno poi affidate a quelle imprese e non alle nostre O.G.R.; se si intende ancora potenziare tutta la rete ferroviaria, compreso il raddoppio della Orte-Falconare, o soltanto la Torino-Venezia e la Milano-Napoli con l’alta velocità (linea quest’ultima che, realizzata con i soldi pubblici, verrebbe poi affidata in gestione ai privati, come con le autostrade, che potranno ricavarci i loro utili). Ultimo interrogativo posto dalla Sinistra Arcobaleno folignate riguarda le delle istituzioni locali, Regione e Comune, a proposito delle quali si chiede che considerino ancora le O.G.R. “l’industria” per eccellenza di questo territorio, “che andrebbe potenziata con lavorazioni e manutenzioni da fare, per l’occupazione che ne deriverebbe e di conseguenza per la ricchezza anche finanziaria del territorio medesimo”. Il fatto è che essendo in corso prove di “autarchia ferroviaria” con la Ferrovia Centrale Umbra, Regione e Comuni tacciono e trascurano tutto questo. Alla luce di quanto sopra assume quindi scarsa rilevanza anche la giusta battaglia condotta per le fermate soppresse di Fossato ed altre, visto che un Eurostar in grado di viaggiare a 200km/h transita su una linea cche ne consente al massimo 80 e nessuno parla più di raddoppio dopo 40 anni di lotte per farlo. “Dove è finito il 3° polo di sviluppo previsto da Pietro Conti 30 anni fa per nell’area d’emigrazione più alta dell’Umbria?”, si chiede dunque la Sinistra Arcobaleno folignate che, impegnandosi a sostenere le lotte dei lavoratori chiederà alla città e alle istituzioni “di essere pronte anche ad azioni dimostrative per la salvaguardia degli interessi della nostra comunità e del territorio”, perché la “fabbrica” di Foligno non può chiudere “per ignavia delle istituzioni preposte”. Condividi