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GUBBIO - Anche Maria Cristina Ercoli, assessore alle pari opportunità del Comune di Gubbio, unisce la sua voce indignata ai tanti che hanno protestato contro il vergognoso blitz di Napoli, riguardo al quale ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La campagna contro la legge 194 che negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede è violenza contro la donna nella sua persona e nella sua dignità. La denuncia anonima che determina l'intervento di un magistrato e il blitz della polizia in un reparto maternità è di una gravità inaudita. La legge che ha ridotto del 45% il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza ed ha cancellato la piaga degli aborti clandestini che provocavano tante morti tra le donne, va compiutamente ed integralmente applicata e non rimessa in discussione. Il tema dell’aborto non dovrebbe costituire un terreno di scontro politico tra laici e cattolici che dimenticano la centralità del dramma della madre, della donna che non può portare avanti una gravidanza. L’aborto è l’ultimo atto di quello che per la maggioranza delle donne è un percorso di solitudine, paura, umiliazione ed ignoranza. L’aborto è un sintomo di disagio sociale ed economico, come conferma il fatto che negli ultimi dieci anni in Italia sia diminuita la percentuale di donne italiane e sia triplicata quella delle donne immigranti, spesso trapiantate senza una rete sociale e familiare di sostegno, che permetta loro di assumere la responsabilità di una maternità consapevole. Tra chi vorrebbe promuovere una moratoria sull’aborto e chi rievoca vecchi slogan vetero femministi, c’è un vuoto di Stato, di società e di solidarietà. Spesso si confonde l’effetto con la causa. L’aborto è terribile, triste e deplorevole, ma più terribile è uno Stato che non ha tra le sue priorità l’educazione sessuale dei giovani, che non investe a sufficienza nelle politiche di prevenzione, e che non sostiene le donne nelle scelte di pianificazione della maternità. Uno Stato che sembra non voler difendere la sua laicità costituzionale. Forse sarebbe più opportuno spostare la discussione su come prevenire e diminuire il numero degli aborti attraverso una politica sanitaria e sociale, che metta le donne nelle condizioni di scegliere liberamente con consapevolezza». Condividi