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di Isabella Rossi Si parla anche a Perugia del cosidetto “blitz di Napoli”, l’irruzione, della polizia nel reparto ostetricia del Policlinico dell’Università Federico II di Napoli, avvenuta martedì scorso a seguito di una soffiata su un presunto “feticidio” Non solo perché l’aborto in questione, deciso per una malformazione fetale, è avvenuto nel pieno rispetto della 194, ma soprattutto a causa di quelle modalità inaccettabili, - la signora interrogata dopo l’operazione sul suo letto di ospedale ed intimata a parlare, come riferirebbero testimoni - che avevano l’obbiettivo di estorcere una eventuale confessione su presunte irregolarità commesse. Di questo hanno parlato ieri un gruppo di donne a Perugia, intenzionate a fare rete, e a non lasciare che i fatti abbiano il sopravvento sui diritti e sulle lotte passate e presenti. E per Marina Toschi, Consigliera di Parità della Regione Umbria, il blitz di Napoli è un attacco al corpo delle donne. “In Italia”, sottolinea la Toschi, ginecologa ed ostetrica, “c’è più del 90% di obiezione di coscienza e raramente le strutture private si fanno carico di quei casi in cui le malformazioni vengono riscontrate sui feti sopra i 90 giorni. E la cosa più terribile è che le responsabilità ricadono sempre sulla donna.” Adelaide Coletti, responsabile politiche di genere del Prc e portavoce della rete delle donne umbre, segnala una crescente preoccupazione anche per il destino dei consultori: “A Napoli la campagna elettorale è iniziata sui corpi delle donne. Ma il clima da caccia alle streghe è cominciato anche a Perugia con un ordine del giorno in cui si tenta di aprire i consultori alle associazioni (come Forum delle famiglie e Movimento per la vita) che già in altre realtà regionali tentano di perpetrare un vero e proprio terrorismo psicologico ledendo il diritto della donna a scegliere liberamente della propria vita e del proprio corpo”. La decisione di un aborto, anche quando dovuto a problemi di malformazione fetale, è e rimane una terribile responsabilità. La donna ha dunque pieno diritto al maggior supporto possibile da parte delle strutture ospedaliere e delle Istituzioni, pieno diritto a non essere sottoposta a nessun tipo di pressioni psicologiche, di godere della massima serenità e rispetto in un momento estremamente delicato per la sua salute psichica e fisica. L’esatto contrario di quello che è avvenuto a Napoli. Condividi