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ASSISI - Dare l'assegno vitalizio e la pensione di reversibilità alle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici che perdono la vita nei luoghi di lavoro. E' questa la proposta avanzata dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria dei lavoratori della Mignini di Assisi, che prendendo spunto dalla norma inserita nella finanziaria 2008, che ha introdotto l'equiparazione delle vittime della Mafia a quelle del terrorismo. ha esteso l'assegnazione dell'assegno vitaliazio e della pensione di reversibilità anche a chi è rimasto ucciso dalla criminalità organizzata. La proposta è stata avanzata nell'ultima riunione dei lavoratori che ora intendono portarla all'attenzione del sindacato, delle altre RSU e delle istituzioni. "Stavamo parlando di infortuni e morti sul lavoro, argomento che ultimamente affrontiamo di continuo - racconta Marco Cesaretti, rappresentante della RSU Mignini - e alla luce delle novità sulle vittime di mafia introdotte dall'ultima finanziaria abbiamo pensato che anche le vittime sul lavoro dovrebbero avere lo stesso trattamento da parte dello Stato". Proprio lo Stato, secondo i lavoratori, "deve farsi carico dei familiari di chi perde la vita nello svolgimento del proprio incarico. E' necessario che alle famiglie venga data una possibilità concreta di ripartire dopo la perdita di un loro congiunto". "Inoltre non si deve certo pensare che un'ipotesi simile possa costituire un freno all'attività di prevenzioni degli organi preposti. Al contrario - dice ancora Marco Cesaretti - se lo Stato sa che in caso di infortunio mortale dovrà elargire una grossa somma ai familiari, si adopererà di più e meglio per impedire che questo accada". Dunque una progetto, questo della RSU e dei lavoratori dell'azienda assisana, di cui intendono farsi carico innanzitutto in prima persona , chiedendo poi anche di verificare, con il supporto della Flai-Cgil regionale dell'Umbria, se esistono ipotesi concrete per attuarla, magari anche attraverso una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare. Condividi