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E' un imprenditore camerunense, Kouam Yean Marie, di 41 anni, ingegnere, dal 2006 in Italia, l'uomo morto bruciato a Orte, un paese in provincia di Viterbo ai confini tra il Lazio e l'Umbria, nella sua azienda di esportazione di pneumatici con il suo paese d'origine. Oltre al commercio di copertoni nuovi, usati e ricostruiti, l'uomo aggiustava celle frigorifere per camion e industriali. Era sposato con una immigrata albanese e aveva due figli. Il corpo carbonizzato è stato trovato in uno stanzino in fondo al capannone industriale. Sulle cause dell'incendio sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri e dei tecnici dei vigili del fuoco. L'ipotesi più accreditata, al momento, è che l'incendio sia stato originato da una fuga di gas che, a causa di una scintilla, avrebbe provocato un'esplosione, come dimostrerebbero i vetri delle finestre lanciati verso l'esterno. La vittima è stata riconosciuta ufficialmente da un fratello giunto nel pomeriggio da Roma. La procura della Repubblica di Viterbo ha disposto l'autopsia sul corpo della vittima. E' la settima vittima in pochi giorni nel Lazio in seguito ad un incidente sul lavoro. Mercoledì scorso erano morte quattro persone, residenti a Castiglione in Teverina (Viterbo), in seguito all'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio, sempre ai confini tra il Lazio e l'Umbria. Un'altra era rimasta ferita. Sabato scorso un operaio italiano di 65 anni era morto schiacciato da un'escavatrice in un cantiere a Roma. Venerdi' a Pomezia (Roma) era morto un operaio edile polacco, di 34 anni, in una palazzina in costruzione, schiacciato da un impalcatura metallica. Ieri un'operaia era rimasta ferita in un laboratorio di pasta a Fonte Nuova (Roma). Il suo braccio destro era finito in un'impastatrice. Condividi