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di Eugenio Pierucci Il PdCI umbro procede sulla strada dell’unità della sinistra a suon di samba: qualche passo in avanti e ancora di più all’indietro. E’ di qualche giorno fa, infatti, la novità dell’aggiunta alla propria denominazione della scritta “Per La Sinistra, L’Arcobaleno” che ci aveva fatto ben sperare, ma che oggi però non compare nel comunicato stampa diramato dalla Federazione perugina dei Comunisti Italiani per esprimere la propria “perplessità” nei confronti dell’iniziativa dei “compagni” di Gualdo Tadino che invece hanno imboccato con grande determinazione questo cammino. E’ una “pericolosa fuga in avanti”, si sostiene in quella nota, perché, anziché alla Confederazione che lascia ad ogni parte la sua autonomia, porta dritta al partito unico. Quindi, vade retro satana e nessuno si azzardi ad usare il simbolo del nostro partito. Ma di che cosa si sono resi colpevoli i compagni di Gualdo Tadino del Pdci per meritarsi questa scomunica? Hanno sposato nientemeno l’idea di costruire una “casa comune” con Rifondazione Comunista e Sd. Una “sezione de La Sinistra L’Arcobaleno”, come l’hanno voluta chiamare, che verrà inaugurata mercoledì prossimo, la prima in Umbria, all’interno della quale possano incontrarsi e confrontarsi le varie soggettività della Sinistra gualdese: insomma un luogo ove ritrovarsi insieme ed insieme discutere, studiare e proporre iniziative unitarie. Questo non è affatto il partito unico al quale si riferisce la Federazione perugina del PdCI perché l’autonomia di ciascuno è perfettamente garantita dal fatto che ogni forza politica o movimento continuerà a fare le proprie tessere e ad essere rappresentato da un suo nucleo dirigente, il che permetterà ad ogni “parte” di conservare la propria capacità decisionale. Anche di ritirare l’adesione al limite. La verità è che, dopo aver tentato inutilmente, con le buone, di convincere i “compagni” di Gualdo Tadino a desistere dal loro proposito, ora i dirigenti del PdCI umbro hanno scelto di passare alle maniere forti: qui ci sono in gioco due concezioni inconciliabili fra loro di intendere l’unità e il ruolo assegnato a “La Sinistra, L’Arcobaleno”. Noi riteniamo, come i compagni del PdCI di Gualdo Tadino del resto, che sia l’avvio di un processo politico volto ad affermare per la sinistra un ruolo da protagonista nel Paese, di garantirle una capacità reale di incidere sulle scelte di governo, facendo prevalere gli interessi dei lavoratori e dei ceti sociali più deboli. E così ci è sembrato l’intendesse appena ieri anche Oliviero Di liberto, quando, commentando il discorso di Veltroni da Spello, invitava a dare più forza alla sinistra per evitare “il patto scellerato” che si va configurando fra i segretario del PD e Berlusconi. Altri, evidentemente, la considerano un semplice cartello elettorale, un espediente per superare senza troppo soffrire la soglia di sbarramento, lasciando poi ognuno libero di coltivare il proprio orticello. Condividi