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E' una bella notizia che 70 associazioni, di ogni collocazione nell'arcipelago della sinistra, arcipelago che vorremmo crescesse, si allargasse e diventasse sempre più influente, si riuniscono in questi giorni travagliati. Il travaglio, e persino le cose sgradevoli che vengono in luce nella politica, anche a sinistra in tempo di elezioni, non debbono spaventare. Ma neanche ci si deve abituare. Anche da questa condizione dei nostri giorni emerge la necessità della riforma della politica. Noi sappiamo bene che nella costruzione di un nuovo soggetto unitario e plurale della sinistra questo compito dovrà accompagnarsi all'organizzarsi della democrazia partecipata, allo sviluppo delle forme di autogoverno e di autogestione, alla costruzione su un'identità così aperta da favorire le pratiche nonviolente e la generosità. Il vostro contributo sarà prezioso. Ma bisogna fare presto. La stessa campagna elettorale deve diventare l'occasione e il tempo per un'accelerazione potente al processo costituente della sinistra che vogliamo e di cui hanno così acutamente bisogno tutti i soggetti critici portatori di domanda o di istanza di cambiamento. Bisogna attrezzarsi per la Grande Sfida. Dobbiamo sapere che, se fallisse, l'esito sarebbe drammatico: l'eredità del movimento operaio del '900 ne sarebbe, semplicemente, cancellata. Dalla politica, cioè, sparirebbero il discorso sull'uguaglianza, sparirebbe la critica “strutturale” del capitalismo e del patriarcato che generano sfruttamento e alienazione, verrebbero messe fuori dalla politica la concretezza della condizione sociale e sessuale della persona, uscirebbe dalla sua scena l'idea di libertà come liberazione: insomma, verrebbe colpito tutto ciò che ha consentito alla politica stessa, nel secolo scorso, sia di raggiungere il suo punto più alto, quello di porsi l'obiettivo della trasformazione radicale della società, il processo rivoluzionario, sia di realizzare la pratica di una democrazia avanzata, realizzata con “l'irruzione delle masse” nella storia e con il loro concreto protagonismo . La sconfitta del '900 ha duramente colpito questa storia, ma non ne ha ucciso le ragioni. Ora però essa è davvero a rischio qui, in Europa, e ora, nel XXI secolo. Ma se muore questa politica, muore la Politica.La ricostruzione di una nuova, grande sinistra, unitaria e plurale è l'unica via per scongiurare questo rischio. Perciò bisogna dar vita, fin da ora, ad una costituente del soggetto unitario e plurale della sinistra di alternativa. Essa passa in primo luogo per lo sviluppo di un discorso con e sui movimenti che incontri il popolo delle piazze, i lavoratori e i sindacati dei contratti di lavoro, le comunità di lotta dei territori, i movimenti sui diritti della persona, i soggetti attivi, la formazione delle culture critiche nelle comunità e nel popolo e le ricerche partecipate di intellettuali e di portatori di esperienze. Non ci può sfuggire che c'è l'urgenza del fare per evitare che la sinistra venga sradicata dal paese e c'è l'urgenza del fare perché una diversa prospettiva possa essere aperta. E una diversa prospettiva può essere davvero aperta. Dipende da noi. Buon lavoro. Condividi