bertinotti.jpg
di Eugenio Pierucci Dopo la “separazione consensuale” raggiunta ieri al loft del PD fra Walter Veltroni e i leader della Sinistra Arcobaleno, si delineano i primi passi di una campagna elettorale che sarà serrata e senza sconti fra i due schieramenti ormai rivali, ma corretta nei termini avendo ognuno presente che l’obiettivo primario per entrambi e quello di battere Berlusconi ed il resuscitato Pdl in versione mini e con ammennicoli vari al seguito Fra anche quel Dini che, dopo aver tanto brigato per far cadere il governo Prodi, ha finalmente trovato la sua giusta collocazione. In attesa che su quello stesso carro si decida a salire anche Mastella. Competizione, dunque, ma non guerra, fra gli ex alleati: ognuno sarà perciò libero di giocare le proprie carte come meglio crede ed al termine si vedrà che avrà saputo tessere meglio la sua tela. Intanto una prima palpabile differenza di stile la si coglie sin da subito: il Pd, in omaggio forse alla sua componente teo-dem, ha deciso di partire da un convento umbro, con Veltroni che da Spello si rivolgerà agli italiani. Siamo al solito Walter che si immagina folle sterminate in ansiosa attesa di apprendere il suo verbo, di essere illuminate dal messaggio salvifico che egli scandirà fra pochi intimi e molti giornalisti al seguito, ai quali è demandato il compito di trasmetterlo. La Sinistra, invece, e Rifondazione Comunista in particolare, ha scelto la fabbrica, ha scelto di mischiarsi con il suo popolo. La fabbrica quella vera, quella che incarna il tormento e la rabbia di milioni di persone che chiedono di vedere riconosciuto il loro sacrificio: lo stabilimento della ThyssenKrupp di Torino dove si sono perse in un drammatico rogo sette vite di lavoratori. E’ lì, in un vasto tendone capace di raccogliere 1.700 delegati, che il Prc ha deciso di svolgere la sua conferenza operaia, mentre in contemporanea, a Roma, una settantina di associazioni e di movimenti si riuniscono per chiedere che si proceda subito alla costruzione del nuovo soggetto unitario della sinistra. Ma bisogna fare presto, come ha scritto loro in un messaggio Fausto Bertinotti. “La stessa campagna elettorale deve diventare l'occasione e il tempo per un'accelerazione potente al processo costituente della sinistra che vogliamo e di cui hanno così acutamente bisogno tutti i soggetti critici portatori di domanda o di istanza di cambiamento”. Condividi