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Una vasta operazione è in corso da parte della squadra mobile di Verona contro un'organizzazione che introduceva in Italia dal Brasile giovani clandestini e clandestine destinati alla prostituzione sia femminile che maschile. L'Umbria figura tra le regioni dove questi giovani venivano inviati. Tre sono le ordinanze di custodia cautelare in carcere in fase di esecuzione per altrettanti componenti dell'organizzazione italo-brasiliana, mentre altre sei persone sono indagate. Per tutti l'accusa è di trasferimento di clandestini da avviare alla prostituzione e, per alcuni, anche di cessione di sostanze stupefacenti: ragazze e viados venivano infatti riforniti di cocaina e hascisc per favorire le loro prestazioni sessuali, che, pubblicizzate su Internet e su quotidiani, raggiungevano prezzi di diverse centinaia di euro. Nel capoluogo umbro la squadra mobile della locale questura, in collaborazione con quella della città veneta, ha bloccato il napoletano Raffaele Capasso, 33 anni. Secondo gli investigatori l'uomo si era trasferito a Perugia da Verona da qualche mese. Dagli accertamenti svolti dagli investigatori è emerso che in Umbria non ha comunque svolto attività illecite. Capasso è stato bloccato a Perugia la notte scorsa dove era appena arrivato da Foligno dove viveva. La Polizia, che ha anche compiuto numerose perquisizioni, ha già individuato una trentina tra donne e viados, tutti giovanissimi, portati dall'organizzazione in Italia, e in particolare a Verona, attraverso la Svizzera. Dalla città scaligera i clandestini venivano avviati a prostituirsi in varie regioni: oltre al Veneto, la Liguria, la Lombardia, il Trentino Alto Adige, l'Emilia Romagna e l' Umbria . Per giungere in Italia, i clandestini pagavano ai loro sfruttatori 15 mila euro ciascuno, e altro denaro dovevano poi sborsare per disporre di una casa di appuntamenti o di un posto sul marciapiede. Condividi