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ROMA - E' stato di nuovo interrogato nell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove è ricoverato da ieri per le ustioni subite su circa il 30% del corpo, Giandomenico Cignelli, 26 anni, figlio di Giorgio Cignelli e di Elisabetta Tirinnanzi, entrambi morti nell'esplosione che ha distrutto la fabbrica di fuochi d'artificio di cui erano contitolari. Con loro sono morti altri due loro famigliari: Renato Cignelli e la moglie Elisabetta Abatematteo. Nel pomeriggio il responsabile del commissariato di polizia di Orvieto, Eugenio Marinelli, lo ha ascoltato per circa un'ora. Il giovane ha sostanzialmente ripetuto il racconto già fatto ieri. Ha cioè ribadito che al momento dell'incidente era all'esterno del locale in cui vengono assemblati i fuochi e di ricordare solo di aver sentito un grande boato e di essere stato investito da lingue di fuoco e di fumo. Su cosa possa essere accaduto all'interno della struttura di 6x5 metri di dimensioni non ha saputo dare alcuna spiegazione. Il giovane ha ribadito che nella fabbrica erano scrupolosamente osservate tutte le misure di sicurezza e che i suoi familiari morti lavoravano con estrema cautela. Condividi