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di Stefano Vinti* Una recentissima ricerca del Ceis (Centro Interdipartimentale di Studi Internazionali sull'Economia e lo Sviluppo che fa capo all'Università di Tor Vergata), che ha trovato largo spazio sulla stampa nazionale, ci dice che il 4,1% delle famiglie italiane è stato costretto a contrarre debiti per far fronte ad urgenti ed indispensabili cure mediche e che sono in particolare quelle di natura odontoiatrica che hanno inciso maggiormente sui bilanci dei nuclei familiari a più basso reddito, talvolta dissestandoli irreparabilmente. Si tratta della seconda causa di indebitamento degli italiani dopo la casa. Una realtà, questa, che il gruppo regionale di Rifondazione Comunista aveva denunciato ben prima che venisse confermata dal Ceis, ed è questo che ci ha spinto a presentare una proposta di legge per la istituzione in Umbria di un servizio di assistenza odontoiatrica protesica e ortesica, già oggetto di un primo esame da parte della Commissione Affari Sociali. L’intento è di avere al più presto un servizio pubblico che eroghi a largo raggio queste prestazioni, al costo previsto dal tariffario ufficiale predisposto dal ministero della Salute. Il diritto dei cittadini alla salute è cosa tanto importante che non può assolutamente escludere questa fondamentale branca della medicina, come purtroppo è sin qui accaduto: rivolgersi ad un dentista per ricevere le cure del caso non può e non deve essere un lusso che solo pochi possono permettersi, né deve essere causa di impoverimento per le famiglie. Ci incoraggia il fatto che queste ragioni hanno trovato un attento ascolto in seno alla Commissione Affari Sociali, per cui confidiamo in un rapido approdo in aula del provvedimento e nel suo sollecito accoglimento da parte dell’Assemblea di palazzo Cesaroni. La nostra è una proposta aperta a tutti i possibili apporti migliorativi, ciò perché non ci interessa farci bandiera del riconoscimento di un diritto fondamentale, quanto piuttosto assicurarci che ad esso venga data soddisfazione. Il fatto è che al momento l’intervento pubblico in tema di assistenza odontoiatrica è praticamente simbolico e ciò spiega come mai, tanto a livello nazionale che a quello locale, si sia registrata negli anni scorsi una crescita abnorme degli studi medico-dentistici privati che, rispetto al prezzario statale, applicano tariffe fino cinque volte superiori. Anche se datati - ma si tratta del confronto più recente in nostro possesso – ci sembrano assai indicativi i dati resi noti da una indagine del 1991, condotta dal Movimento consumatori, secondo la quale per una protesi totale di 14 elementi si pagavano all’epoca, nel libero mercato, da 1.300.000 a 1.800.000 lire, a fronte di una tariffa convenzionata di 250.000 lire. E per carità di patria ci fermiamo qui, ben consapevoli, però, che da allora la situazione è fortemente peggiorata. Per porre riparo a questo stato di cose proponiamo un finanziamento di 600 mila euro da attingere dal Bilancio regionale, affinché non gravi sul Fondo sanitario regionale: somma da distribuire in due annualità di 300 mila euro ciascuna. Tale disponibilità consentirà alle nostre Aziende sanitarie di acquistare almeno 30”‘riuniti’ (così sono chiamati i complessi macchinari che consentono di ottimizzazione il servizio) da mettere a disposizione di altrettanti ambulatori pubblici che dovranno coprire, in maniera più capillare, l’intero territorio regionale. Se faremo ciò un numero di utenti assai maggiore dell’attuale, bisognosi di cure odontoiatriche, potrà rivolgersi al sistema sanitario pubblico nelle certezza di ottenere da questo una risposta adeguata alle loro necessità. E’, questo, anche il modo per assicurare al tempo stesso maggiori introiti per le stesse Aziende sanitarie ed un risparmio certo per i cittadini. Fra i compiti essenziali delle pubbliche istituzioni figura certamente quello di assicurarsi che gli amministrati non siano sottoposti a vessazioni di alcun genere, tanto più di natura economica, allorché chiedono di essere assistiti nella soddisfazione dei loro bisogni primari, ed intervenire attivamente per esercitare un’azione calmieratrice in un settore tanto delicato che attiene alla salute pubblica rientra senz’altro fra i loro doveri. *Presidente gruppo regionale Prc-Se Condividi