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Ci vorrebbe un miracolo. Magari sottoforma di una cordata di imprenditori umbri e di altre regione limitrofe. Ecco per l'appunto ci vorrebbe un miracolo per salvare, come tre anni e mezzo fa, il lavoro per 45 operai specializzati dell'industria Femi Metal, già ex Linkweld, di Terni. Azienda che produce filo ramato per saldature industriali. Dopo l'euforia del nuovo gruppo dirigente che aveva preso le redini della società 3 anni e mezzo fa e che subito aveva aumentato il numero degli occupanti da 31 a 45 e che inoltre aveva acquistato nuovi macchinari, ora arriva la doccia fredda. La società ha deciso di non continuare con l'opera in corso: in tre anni avrebbe accumulato 15milioni di euro di debiti. Non avrebbe nessuna intenzione di prolungare la cassa integrazione e peggio ancora creare un piano di rilancio. Ma, già da questa mattina, erano in molti ad avanzare dei dubbi sull'atteggiamento della multinazionale che non è certamente coerente con gli investimenti e con i piani confermati fino a pochi mesi fa. Cosa sta accadendo? Il solito gioco delle multinazionali arraffa e scappa? Il gruppo è e resta solido. E quindi non si capisce questa sua voglia di fuggire lontano da Terni. I sindacati hanno comunque chiesto al tribunale di essere informati su ogni passo di questa situazione. Ci sono in ballo 45 famiglie che rischiano di essere beffate dall'ennesima multinazionale. Condividi