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di Danilo Buconi* Il drammatico scenario politico che si intravede nella prospettiva futura dell’Italia impone alla Sinistra, tutta, di ragionare e riflettere profondamente, in particolare sulla grande ed unica opportunità che ha davanti a sé: quella di presentarsi al popolo italiano veramente “unita” ma sempre disponibile ad operare all’interno di una cornice di “centro-sinistra” e aperta al dialogo con tutte le “componenti della società civile”. Esprimo questo concetto perché più passano le ore e più sento odore, o meglio puzza, di grande coalizione, di possibile intesa multi-partisan (che dal Partito Democratico a Forza Italia riuscirebbe a contenere il meglio della politica conservatrice e restauratrice tipica del nostro Paese) mirante a riscrivere la Costituzione e le regole elettorali a proprio calcolo e vantaggio e a gettare le basi per un quadro sociale ed economico dell’Italia tutt’altro che favorevole alle famiglie che stentano a vivere con il proprio onesto lavoro, che a fine mese devono scegliere tra le cure e l’abbigliamento, che rischiano seriamente di dover invitare i figli a tralasciare gli studi per poter collaborare economicamente al sostentamento economico familiare (come avveniva non l’altro ieri, ma negli anni ‘50 e ’60). Tutte questioni, di una serietà e concretezza inattaccabili, sulle quali la Sinistra non solo non può e non deve permettersi di delegarne a nessuno il governo delle scelte ma deve impegnarsi per esserne essa stessa la protagonista essenziale per capacità di analisi e di proposta politica. L’unità della Sinistra è, dunque, fondamentale, indispensabile, non più rinviabile in un momento in cui, all’ordine del giorno, vi è di fatto (per scelta o per necessità, a seconda dei casi) la ri-scrittura dei principi e delle regole fondamentali del nostro sistema democratico e, di conseguenza, la definizione degli scenari socio-economici futuri del Paese. La Sinistra – e questo non è un tabù – non detiene certo i numeri per governare da sola, ma questo non deve obbligatoriamente tradursi nell’accanita richiesta di audizione ai vertici del Partito Democratico (tra l’altro primi responsabili della frantumazione dell’Unione) creando di fatto un’immagine di sé stessa assai debole, minoritaria e residuale quale in realtà. Un salto di qualità s’impone, dunque: occorre aprire la Sinistra ad un confronto programmatico serrato con la quota “ulivista” del Pd da un lato e con l’associazionismo sociale e culturale dall’altro, occorre definire un programma concreto di sviluppo sostenibile e di risarcimento sociale e occorre infine – non certo per importanza – sforzarsi di ricercare i soggetti meglio capaci di rappresentare per primi, agli elettorali, il progetto politico costruito. E per quanto riguarda “Sinistra Unitaria per l’Italia” Rosy Bindi, Fausto Bertinotti e Cinzia Dato rappresenterebbero le personalità meglio capaci di rappresentare l’unità istituzionale e politica tra la Sinistra unita e il centro democratico all’insegna della concretezza, della cultura del lavoro e del necessario rinnovamento politico e istituzionale garantendo altresì una equa rappresentanza geografica tra il nord, il centro e il sud dell’Italia ed una corretta e ripartita rappresentanza tra i diversi sentimenti sociali dell’Italia. Rivolgo dunque accorato APPELLO ai leader della Sinistra, alla componente ulivista del Pd e a tutta la società civile ad essi collegata affinché ritrovi vigore e si riaffermi in Italia la cultura dell’Ulivo e dell’Unione e si possa dare vita ad una credibile, forte e vincente coalizione democratica in grado di dare voce, risposte e futuro alle donne e agli uomini che in Italia sopravvivono del proprio onesto lavoro e combattono ogni giorno per costruire quello successivo e di fermare, arginare, ogni scellerato patto politico tra le culture più conservatrici, restauratrici e insensibili ai problemi reali della società italiana. *Coordinatore nazionale Sinistra Unitaria per l’Italia Condividi