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La Sinistra-L'arcobaleno assomiglia sempre di ad una piramide impazzita. La base cresce, si unisce e pensa ad un grande partito dei lavoratori che si possa imporre a livello locale. I vertici umbri invece pensano a picchiarsi a distanza, a tentennare, pontificare e mantenere il proprio posticino caldo. I Verdi continuano nel loro lento martirio: prima è arrivato una sorta di Commissario della Puglia per frenare le spaccature. L'unica cosa che ha fatto è fermare il processo unitario in Umbria. Poi Dottorini, il consigliere regionale, ha dato l'assalto finale al partito mettendo in moto una lista di iscritti che chiedono la sfiducia della presidente Maria Fiovanna Fiorelli. Una lista inviata a Roma e a Perugia con tanto di ricevuta di ritorno. Il motivo è chiaro: prendere in mano il partito per dargli una nuova rotta. Che è quella delle grandi battaglie ambientali umbre, ma è anche quella del fedel alleato del Pd. Al di là delle banalità OLiviero Dottorini non è uno estimatere de La Sinistra-L'Arcobaleno. Non gli piace: lui ambientalista con venature di centro "trattino" sinistra. Non gli piace anche se potrebbe essere, dopo il repulisti di questi giorni,una delle poche strade per continuare ad avere un Verde nel parlamentino umbro. La Fiorelli aveva seguito tutto il processo degli intergruppi, delle discussioni sulla sinistra e gli ecologisti, aveva persino alzato la voce quando le cose non erano chiare. Insomma è stata sempre autonoma, anche se rispettava le indicazioni romane che erano quelle di andare avanti sull'unità. A Roma continuano a dirlo. Mentre a Perugia no. Ora cosa farà Dottorini? Condividi