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PERUGIA - Roberto Carpinelli mette giù le sue carte sul tavolo della politica umbra, dopo fughe in avanti e fughe di suoi iscritti verso la Sinistra-L'arcobaleno (Gualdo, Spoleto, parte di Perugia, Terni, Narni e Gubbio). Il Pdci che pensa Carpinelli è un po' ingegnere e un po' carpentiere. Ingegnere perchè vuole trovare la strada giusta per tenere in piedi questo centrosinistra con il Pd leader. Un po' operaio perchè deve costruire una confederazione de la Sinistra e degli ecologisti che in Umbria vede già pezzi da novanta schierati. "L'umbria dimostra che il centrosinistra, così com'è formato, può andare avanti e può governare molto bene. Per noi questo è uno stimolo per andare avanti anche a livello nazionale. Noi abbiamo sempre creduto nel centrosinistra. Nasciamo d'altronde così nel 1998". Carpinelli muove delle critiche anche al Pd: "non mi piace però sentire che vogliono andare da soli oppure loro scrivono il programma e gli altri lo subiscono. Non è il modo di fare politica: ci vuole dialogo". C'è anche la questione de La Sinistra-L'arcobaleno. Carpinelli l'affronta nel giorno in cui a livello nazionale è stato trovato l'accordo per il simbolo - resteranno tutti - e forse sul leader Bertinotti-Francescato. "Noi non siamo contro l'unità della Sinistra. Ma contro le fughe in avanti di chi vuole un partito unico diviso da correnti e personalismi. La forza deve essere la pluralità del soggetto: non si può far diventare comunisti i Verdi. E allo stesso tempo non si può chiedere alla Sinistra Democratica di fare il processo inverso della Bolognina. Pluralità è la parola d'ordine. Il tavolo è stato fermato dalle fughe in avanti di Rifondazione comunista e altri soggetti. Noi siamo per la Confederazione e restiamo per la Confederazione. Chi vuole altro si assumerà la responsabilità di aver rotto il tavolo. Personalmente io credo che ci dovremmo mettere sotto un simbolo unico alle prossime elezioni nazionali, amministrative" Condividi