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La presentazione della proposta di legge regionale sull'istituzione di un museo regionale sulla Resistenza ha ottenuto subito il consenso del sindaco di Pietralunga Luca Sborzacchi che, intervistato da Umbria Left, ha sottolineato come in un momento storico in cui anche il cinema e la musica svolgono un opera di revisionismo storico che rischia di svilire e macchiare la grande storia del movimetno partigiano, sia utile un punto fermo che testimoni i valori, le battaglie di una generazione che ha ridato libertà alle nostre terre dal nazi-fascismo e che per questo ha pagato con la vita. Il museo- secondo Sborzacchi- dovrà essere itinerante con la sua sede centrale a Pietralunga, primo territorio ad essere liberato dalla formazione partigiana d'urto " San Faustino " e potrà servire a marcare ancora di più che sono esistiti tanti martiri meno conosciuti, gente comune passata per le armi, giovani fucilati alle spalle mentre scappavano e popolazioni che si sono battute per liberarsi dal giogo odioso della tirannia nazi-fascista. Il museo quindi come stimolo affinchè i fatti non possano essere oggetto di alcuna interpretazione ma siano ricordati e tramandati come esempio per le giovani generazioni. Nei momenti appena precedenti l'inizio della conferenza stampa, infatti, al sindaco,in un collooquio con Furio Benigni e Italo Vinti, veniva ricordato un episodio mai citato da alcun documento ma ancora raccontato da testimoni oculari che merita di essere riportato: furono uccisi durante la ritirata tedesca un gruppo di sette ragazzi romani sfollati che avevano trovato rifugio in montagna; uno di loro, quattordiciennne, riuscì a scampare alla prima raffica, si rialzò, e iniziò a correre verso il centro di Pietralunga gridando" Mamma, mamma" , fu raggiunto ancora da un'altra raffica ma continuò a correre dopo essersi rialzato ancora e con lo stesso grido ormai morente continuava a cercare la propria madre prima di essere barbaramente ucciso. Questo è quello per cui i partigiani hanno lottato. Condividi