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di Nicola Bossi Che in Umbria la situazione della gestione dei rifiuti non andasse lo si sapeva da tempo. Non bastava aspettare le richieste di Napoli per scoprirci deboli e senza una strategia su questo settore. Bastava guardare i dati più facili da leggere: quelli relativi alle famiglie. Ogni anno un individuo produce qualcosa 569 chili di monnezza. Dal 2000 al 2006 l'aumento ad personam in Umbria è salito di 60 chili. Insomma quando la questione ambientale era all'ordine del giorno, da noi invece si continuava a produrre rifiuti senza mai una flessione di sorta. Facile capire a questo punto cosa sia successo per l'inceneritore di Terni - sempre più sfruttato - e per le discariche umbre che vivono di proroghe di anno in anno. Il dato dell'Umbria incapace di gestire la merce della monnezza è emerso ieri sera in occasione del convegno sui rifiuti organizzato da Rifondazione e che ha visto la presenza dell'assessore Lamberto Bottini. Un incontro molto partecipato - oltre 100 persone nella sede regionale - che ha fatto emergere una serie di proposte molto interessanti e che possono dare un buon contributo sia all'incontro politico del 4 febbraio (L'Unione si ritorva allo stesso tavolo) che per la nascita del Piano regionale dei rifiuti. Ad aprire i lavori è stato il segretario provinciale Yuri Bernardo Pelucca di Rifondazione comunista. Il segretario ha ricordato come il Piano dei Rifiuti dell'ex assessore ternano Monelli - che tra l'altro non venne mai applicato - aveva degli spunti molti interessanti. Prima di tutto perchè omogeneo e soprattutto capace di avere un basso impatto ambientale. Infatti, il Piano di Monelli non scaricava tutto sull'inceneritore di Terni: ma aveva previsto un forte incentivo per la raccolta differenziata e per il reciclaggio. Inoltre a Perugia e Foligno spettava il compito di creare il Cdr, ovvero i rifiuti che producono energia bruciando. Due sole le discariche: Orvieto e Alto Tevere. Per Pelucca va ripreso e collegialmente riveduto alle nuove esigenze. Importante è riuscire a portare oltre il muro del 60 per cento la differenziata. E questo possibile con nuove politiche e non con i mezzi utilizzati fino ad adesso. (continua) Condividi