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TORINO - Non solo il risarcimento dei danni morali e materiali, il cui valore è ancora da quantificare, ma anche il riconoscimento nei confronti dell'azienda del “danno aggravato dalla condotta”, cioè il danno punitivo: è quello che chiedono i legali dei familiari delle sette vittime del rogo alla linea 5 dell'acciaieria ThyssenKrupp avvenuto lo scorso 6 dicembre a Torino. Le richieste sono state illustrate oggi in occasione della presentazione del Collegio difensivo comune che èstato costituito da undici studi legali torinesi per sostenere il procedimento civile. Stamattina, in particolare, è stato avviato il tentativo di conciliazione con l'azienda attraverso il deposito della richiesta alla Direzione provinciale del lavoro. Ora per due mesi, secondo quanto prevede il codice civile, sarà sospesa ogni tipo di ostilità in attesa che venga convocata, dalla Direzione provinciale del lavoro, la riunione per verificare la disponibilità o meno dell'azienda alla conciliazione. In quella data saranno quantificati i danni. In caso negativo, i legali dei familiari faranno ricorso al Tribunale del lavoro. “Non si possono trattare allo stesso modo le condotte” è stato sottolineato dai legali. “Maggiore è l'evitabilità di una morte più elevata è la difficoltà ad accettarla. La globalizzazione non deve sottrarre la casa madre dalle responsabilità”. I legali hanno notificato la richiesta di conciliazione alla ThhyssenKrupp Acciai Speciali Terni, alla ThyssenKrupp Italia e alla ThyssenKrupp AG. “E' stato riportato - èprecisato nel documento - come la grave insufficienza dei dovuti standard di sicurezza nello stabilimento ThyssenKrupp di Torino fosse nota sia ai responsabili aziendali sia agli azionisti di riferimento, e pur tuttavia tollerata, anche in considerazione della prossima chiusura dello stabilimento torinese, da tempo decisa per scelta organizzativa aziendale”. “Le gravissime lesioni prima ed il decesso poi delle vittime paiono addebitabili ad esclusiva responsabilità del datore di lavoro ThyssenKrupp Acciai Speciali, che non ha adempiuto agli obblighi di tutela del lavoratore dovuti per principio costituzionale, norme di legge e di contratto”. Nella richiesta di conciliazione i legali sottolineano la necessità di “scongiurare che azioni od omissioni, tra loro diverse quanto ad evitabilità e prevenibilità dell'evento danno, siano poste sullo stesso piano (danno commisurato alla gravità della condotta)”; di “rendere possibile alla responsabilità civile di segnalare ai consociati il particolare disvalore sociale di determinate condotte in un determinato momento storico (danno esemplare)”. Condividi