sicurezza lavoro.jpg
di Claudio Ricciarelli Segretario regionale Cisl Umbria PERUGIA - Con le modifiche proposte dal Governo si indebolisce sostanzialmente il processo di elaborazione del documento di valutazione dei rischi nell’impresa, con il rischio di trasformarlo di nuovo in un semplice adempimento burocratico e formale privo della necessaria partecipazione dei soggetti deputati alla rappresentanza in materia. Quello che è ancora più grave è che con ciò si aggiunge anche un ingiustificabile affievolimento del sistema sanzionatorio verso le imprese gravemente inadempienti mentre, nel contempo, vengono paradossalmente aumentate le sanzioni nei confronti dei lavoratori inadempienti. Si svilisce e depotenzia il fondo nazionale per sostenere l’attività del rappresentante dei lavoratori alla sicurezza territoriale allentando l’obbligo della elezione/designazione del rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (Rls) in tutti i luoghi di lavoro e con esso l’obbligo della formazione dei lavoratori con il coinvolgimento attivo dei comitati paritetici ai quali vengono affidati compiti nuovi di certificazione della regolarità nelle norme sulla sicurezza nell’impresa senza prevederne per gli stessi i necessari requisiti di competenza tecniche e professionali adeguate a questa delicata funzione. Con le nuove norme proposte sulla formazione si rischia di indebolire o vanificare le stesse norme regionali in materia concertate tra Regioni e Parti Sociali. C’è inoltre da verificare meglio l’efficacia delle nuove norme proposte in materia di lotta e contrasto al lavoro nero e irregolare. C’è da augurarsi che con i successivi passaggi in Commissione Parlamentare, nella Conferenza Stato Regioni e nel confronto con le Parti Sociali sia evitato il rischio di far fare davvero un passo indietro all’azione per migliorare la salute e la sicurezza nel nostro Paese che richiede invece l’affermarsi di un modello di relazioni sindacali sempre più partecipativo. Condividi