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TERNI - A lettera aperta si risponde con lettera aperta: ci riferiamo allo scambio di “missive” che si sta verificando a Terni fra il Sindaco Raffaelli e Legambiente. Raffaelli, come è noto, è stato il primo a fare ricorso a questo strumento, rivolgendosi alla Città ed alla sua prima istituzione, il Consiglio Comunale, per respingere i “processi” mediatici e di piazza che in particolare il centro destra (che ne chiedeva con insistenza le dimissioni) aveva cercato di imbastire sulla dolorosa vicenda del sequestro dell’inceneritore Asm e sulle ipotesi di reato che la magistratura aveva formulato nei suoi confronti e nei confronti della dirigenza dell’azienda. Il Sindaco individuava nel Consiglio Comunale il luogo idoneo per iniziare a dibattere senza veli o pregiudizi tali questioni, anche per verificare se questa vicenda abbia intaccato o meno il rapporto di fiducia dei ternani nei suoi confronti e per questo aveva rimesso al Consiglio stesso tutta la documentazione necessario per decidere con cognizione di causa: insieme al testo integrale dell’informazione di garanzia, i materiali informativi dell’ARPA, dell’Isrim, del CNR, dell’Università di Perugia, della Regione dell’Umbria, e l’elaborazione compiuta dai servizi tecnici dell’Asm sui dati raccolti anche dalla Provincia che hanno supportato il confronto con l’Istituzione e la città in materia di politiche ambientali e di ciclo dei rifiuti. Nel fare ciò, Raffaelli si era riferito anche alla posizione espressa dall’associazione ambientalista che oggi, proprio in coincidenza con l’avvio in Consiglio Comunale del dibattito auspicato dal Sindaco, ha replicato indirizzandogli una sua “lettera aperta” nella quale afferma di aver “sospeso, fin dal primo momento, il giudizio sugli aspetti penali della vicenda ASM, perché crede che tutti siamo innocenti fino a prova contraria, perché ha fiducia nella magistratura”. “Legambiente – prosegue la missiva - si è pubblicamente augurata, per la città come per gli indagati, che accuse tanto gravi non trovino riscontro, ma proprio per questo atteggiamento legalitario e rispettoso di persone ed istituzioni… si è detta, e qui rinnoviamo l'impegno, pronta a costituirsi parte civile ove tali sospetti trovassero riscontri”. Nel frattempo, però, mentre i più sembrano impegnati a scommettere sull'innocenza o sulla colpevolezza degli indagati, Legambiente non ha smesso di proporre né di esprimere i propri giudizi politici sul problema rifiuti come la forte condanna (politica) dei giudizi e proposte del Sindaco a proposito dei CIP 6. Ancor più forte è la nostra denuncia politica del clima di decisionismo che rifiuta il confronto coi cittadini e vuole procedere, accampando la scusa di vere o presunte emergenze, a colpi di "muscolari" diktat. Quell'atteggiamento decisionista che, a Terni, come in Umbria e nel resto del paese, vuole imporre incenerimento e discarica come unica soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti mettendo all'angolo qualsiasi seria discussione su una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti che prevede anche sistemi alternativi o limitativi dell'incenerimento e della discarica. Un atteggiamento decisionista che ha contagiato molti, in Italia come in Umbria: Umbria dove si prefigurano inediti assi-politici, dopo la lettera della Presidente Lorenzetti a Prodi, con le forze politiche del centro destra che si sono già apertamente dichiarate per la soluzione 4 inceneritori (uno per ogni ambito) e ora disponibili a fornire, alla soluzione incenerimento, proposta dal PD, quei voti che, allo stato attuale, il PRC non intende dare. Opinioni leggittime quelle del partito degli inceneritori senza se e senza ma...ma cosa ci fanno questi esponenti politici apertamente schierati per la soluzione incenerimento alle assemblee ed alle marce di chi, questo per lo meno ci è parso di capire, gli inceneritori non li vuole? Quanto alle piazze; fa bene il Sindaco Raffaelli a dire di non accettare di essere processato in piazza e, a scanso equivoci, Legambiente ricorda al Sindaco e alla Città, che l'immagine e l'idea di piazza che noi abbiamo evocato non è la piazza forcaiola né la piazza da adunate plebiscitarie e demagogiche ma è l'agorà il luogo simbolo della "bella politica", il luogo per antonomasia della democrazia. Quella piazza è oggi l'immagine e l'idea di una democrazia ancor più partecipata, ancor più avanzata e diretta che non nega la democrazia rappresentativa, leggittimata dal libero voto popolare, ma la supera conservandola. Questa nuova agorà che accoglie i cittadini, chiamati ad esercitare attivamente un loro diritto, con ragionevolezza e rispetto di tutte le opinioni, il diritto di essere ascoltati e di concorrere alle decisioni, la piazza dove si confrontano chi decide (politici e tecnici) e i cittadini associati o no non è una invenzione di Legambiente ma una opzione reale leggittimata e auspicata dal titolo V della Costituzione. La Provincia di Terni ha provato con i tavoli di confronto e concertazione dell'Agenda 21 locale a dare vita e sostanza a questa idea di cittadinanza attiva e democrazia partecipata coinvolgendo i cittadini organizzati in associazioni e comitati. Continuare con questa idea di partecipazione "selettiva", rischia di far diventare questo strumento democratico uno stanco rituale e sicuramente non adatto a sanare il distacco, già in atto da tempo in tutto il paese, tra politica e cittadini e che, a Terni, la vicenda ASM ha ulteriormente aggravato. Condividi