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TERNI - Usa lo strumento della lettera aperta il sindaco Paolo Raffaelli – come ha scritto – “non soltanto per rispondere a Legambiente, che prospetta l’ipotesi di costituirsi parte civile nell’inchiesta sull’inceneritore, o a quelle forze politiche di opposizione che chiedono le dimissioni del sindaco, ma soprattutto per un senso di dovere nei confronti della città con la quale ho stabilito un patto fiduciario con le elezioni del 1999 rinnovato con quelle del 2004”. Un patto fiduciario che non può che essere, da parte sua, anche un’assunzione piena di responsabilità e a Legambiente, che chiede un dibattito aperto e senza veli nella città, fa sapere che questa è la strada che seguirà, “ perché è l’unica giusta e possibile”. Un confronto con la città che, come logico, inizierà dentro l’Istituzione che la rappresenta ed è per questo – annuncia – che lunedì prossimo consegnerà al presidente del Consiglio comunale, insieme al testo integrale dell’informazione di garanzia, i materiali informativi dell’ARPA, dell’Isrim, del CNR, dell’Università di Perugia, della Regione dell’Umbria, e l’elaborazione compiuta dai servizi tecnici dell’Asm sui dati raccolti anche dalla Provincia che hanno supportato il confronto con l’Istituzione e la città in materia di politiche ambientali e di ciclo dei rifiuti. Contestualmente a ciò porrà al Presidente Bufi e al Consesso civico anche il problema politico del rapporto fiduciario. “L’aula del Consiglio comunale non è un’aula di giustizia, anche se qualcuno qua e là cerca di trasformarcela - nota polemicamente Raffaelli - ma i sospetti he vengono fatti gravare sul primo cittadino dall’informazione di garanzia sono tali che nessuna efficace amministrazione della città di Terni sarebbe possibile con alla guida un Sindaco che fosse sfuggito alla verifica della sua credibilità di fronte all’Istituzione civica” Giudica essenziale questo passaggio politico-istituzionale, ed anche doveroso “perché solo un Comune nella pienezza dell’autorevolezza politica e morale dei suoi organi può assolvere la funzione che compete a un capoluogo di provincia, a una delle maggiori città dell’Umbria, a un Ente che vuole essere Istituzione per lo sviluppo”. “Partite come quelle che riguardano le industrie, le infrastrutture, il completamento dei grandi cantieri, il Piano Regolatore Generale, l’Università e la ricerca, la multiutility provinciale, il Piano regionale dei rifiuti, nella delicata e decisiva fase di fine mandato, non potrebbero essere giocate con un ruolo protagonista della città di Terni guidata da un sindaco che fosse menomato nella sua credibilità istituzionale”. Per questo il primo punto di trasparenza che spetta alle classi dirigenti politiche della città è per Raffaelli “quello di chiarire se i sospetti derivanti dall’informazione di garanzia sono tali da confermare o spezzare il rapporto di fiducia tra Sindaco e Consiglio comunale”. Questo è tuttavia soltanto il primo punto, a cui va accompagnata una seconda riflessione politica forte: “La magistratura, con i suoi diversi organi e procedimenti, verso la quale confermo il rispetto più pieno e scevro da riserve, ha per sua natura o per sua legittima scelta, tempi e modalità operative di accertamento della verità penale che in questo caso non possono essere quelli, brevi, propri dell’Istituzione politica”. Per cui “Una volta tanto, violando uno stanco assioma, deve essere la politica a darsi i tempi più brevi di chiarezza, larghezza, completezza del confronto per l’accertamento degli eventuali profili di responsabilità politica”. La sua proposta al riguardo è quindi che il Consiglio comunale si dia “ uno strumento capace di compiere con rapidità una sua verifica puntuale su quelli che sono i riflessi e i rilievi politici e istituzionali di questa vicenda e sui comportamenti degli amministratori". Tale strumento, suggerisce lasciando però il Consiglio la libertà di valutarlo nella sua piena autonomia “potrebbe anche essere la stessa Commissione di controllo e garanzia, coadiuvata dalla Commissione permanente per le politiche ambientali”. “La terza linea di giudizio politico – conclude Raffaelli - chiama in causa tutta intera la comunità ternana, i suoi livelli associativi, di partecipazione e di cittadinanza" e poi afferma che non intende accettare alcun processo in piazza, “ma il confronto in piazza su come siamo stati capaci o meno di assicurare la salute e la qualità ambientale alla comunità ternana dovrà essere fatto, senza lasciare nulla di non detto, di nascosto o di opaco”. Come fare questo? E quanto decideremo insieme, fin dai prossimi giorni, assicura. Condividi